Non tutti sanno (io devo la notizia ad una conversazione col dottor Giuseppe Battaglini, Direttore del Centro Studi Napoleonici) che, anni prima di essere costretto a sceglierla come proprio unico regno, Napoleone aveva annesso l’Elba alla Municipalitè de Paris, in altre parole il Comune di Portoferraio si trovava a dipendere in tutto e per tutto direttamente da Parigi. A ben guardare, si potrebbe dire che le cose ad oggi non sono cambiate.
Le segnalazioni del mai abbastanza benedetto Dott. Bachi, oltre ad impedire al Comune di buttar soldi nei fuochi artificiali di fine d’anno ( e c’era davvero poco da festeggiare ) avrebbero potuto avere come effetto di impedire il rinnovo dell’incarico nel ruolo di Dirigente dell’Ufficio Tecnico all’Architetto Parigi. Il Revisore dei Conti infatti fa presente che “non sarà possibile provvedere al rinnovo o alla proroga di contratti a tempo determinato dirigenziali e non, in scadenza, fino a quando non sarà verificato l’equilibrio di bilancio”
Cosi facendo Il Comune di Portoferraio però avrebbe rischiato di perdere ben più di un dirigente, dato che negli ultimi mesi il versatile Architetto ha dato prova di saper assumere, al bisogno, le vesti d’ogni ruolo, con l’immediatezza di un Fregoli, un ruolo alla volta o tutti insieme. Anche in occasioni ludiche, come per “dare i numeri” in spiaggia per il Guinness dei Primati, non si è mai negato. Capace (amministrativamente) di tutto! E’ riuscito ad essere nello stesso momento Dirigente dell’Ufficio Tecnico e Ragioniere capo, subentrando in questo ruolo al Segretario generale. Qualcuno scherzosamente negli ultimi tempi anziché dire “L’Architetto Parigi” diceva “L’Architetto Interim”, come per riassumere, personificandola, la sua onnipresenza. Del resto, è prerogativa del Grande Architetto dell’Universo essere, ad un tempo, “in cielo, in terra e in ogni luogo”.
Altri grandi uomini hanno dedicato la loro vita all’imitazione di Dio, chi può dire che anche il nostro Architetto non tenda a coltivare, nel suo funambolismo, propositi così eletti e virtuosi? Mi è venuto il dubbio, nei suoi giorni di massimo fulgore, che se fosse risultato vacante all’isola un qualsivoglia ruolo in ambito pubblico (che so io, Ginecologo all’Ospedale, Comandante d’una qualsiasi Arma) lui, col suo grande cuore, avrebbe accettato di ricoprirlo, sia pure ”ad interim”.
Ho però, nel mio piatto e laico modo di ragionare, avuto anche qualche altro dubbio: entusiasmo e disponibilità a parte, poteva farlo? Perché credo che per sostituire un ragioniere servano precise competenze sia di carattere giuridico che finanziario. Anche in virtù, tra l’altro, del Regolamento di Contabilità in vigore nel Comune di Portoferraio, a firma Mario Ferrari. Nel caso abbia illegittimamente ricoperto quel ruolo, gli atti che ha “legittimato” sono comunque da considerarsi validi? Avrà in ogni caso diritto alla eventuale gratifica che gli spettasse per aver ricoperto quel ruolo “ad interim”? Con che autorità il Sindaco ha potuto attribuirgli quell’incarico? A questo proposito, a pensarci bene, potremmo dire che è una storia che si ripete. Quando, nel novembre del 2015, l’Architetto Ferrari conferì l’incarico di dirigente dell’Ufficio Tecnico all’Architetto Parigi, le modalità attraverso cui il conferimento avvenne a molti apparvero assai discutibili. Infatti il Comune aveva già un Dirigente, assunto a tempo indeterminato, di cui però aveva consentito l’allontanamento comandandolo in un altro Comune. Alla selezione che seguì, in ogni caso, il Sindaco Ferrari non avrebbe potuto essere presente, né avrebbe potuto far parte della commissione giudicante.
Ora, avvicinandosi la fine dell’anno e con la possibilità che, almeno temporaneamente, il suo incarico non potesse essere rinnovato, l’Architetto Parigi, nell’arco d’un solo giorno, il 28 dicembre, prima ha risposto con rara sollecitudine ad una comunicazione inviatagli il 24 dicembre dal Consorzio della strada di Val di Denari (che gli contestava di aver preso iniziative dal Consorzio ritenute improprie riguardo alla loro strada, senza nemmeno informarli) poi ha rapidissimamente pubblicato all’Albo Pretorio una sua determina, in data 28, dichiarata esecutiva dal 28 medesimo. (Ma perchè allora perché l’ha messa all’Albo?)
Vi si dice che, siccome la Soc. Cooperelba gli ha gentilmente chiesto di aprire un’altra strada che venga a sfociare proprio sul ponticello di Val di Denari lui, non vede motivi per non concederglielo. Il fatto che il Consiglio Comunale abbia deliberato in data 2 settembre di rendere immediatamente “l’area oggetto delle edificazioni autonoma dal punto di vista dell’accesso e dotata di tutti gli standard di legge”, la considerazione che la giunta si fosse già in precedenza impegnata , con delibera del 27 agosto, alla “ definizione celere delle procedure espropriative delle aree PEEP” non lo hanno minimamente toccato. Anche dopo che il Revisore dei Conti ha fatto presente che il Comune ha speso, per realizzare il passaggio autonomo del PEEP (che dovrebbe essere dalla strada provinciale) parecchi soldi, sembra almeno un milione euro, in anticipi erogati brevi manu a privati senza aver condotto in porto nemmeno un esproprio, la cosa pare non averlo minimamente scosso.
Nemmeno la considerazione che la Cooperelba, in virtù di questa bizzarra pratica di acconti erogati senza effettuare gli espropri, si trova ad essere titolare di una concessione edilizia che riguarda terreni anticipati ma non espropriati, ed essendo il terreno non di sua proprietà, come prescrive la legge, ma ancora proprietà di altri, quella concessione non può esserle rilasciata. Che omo! Ma perché tanta ostinazione?
Invecchiando mi capita spesso di ricorrere a citazioni dei classici. Non è un vezzo, credo sia il manifestarsi di quel fastidioso disturbo della memoria che tende a cancellare rapidamente il ricordo di fatti appena vissuti e ci consente di utilizzare, per lo più, solo vecchi ricordi, magari, come nel mio caso, di scuola.
“Faber est suae quisque fortunae” diceva Sallustio, e si traduce in genere “Ognuno è artefice della propria sorte”. Chi se ne uscisse invece a dire “Qualcuno fa la fortuna del suo Fabbro” andrebbe oltre le più funamboliche e maccheroniche performances dei peggiori studenti di latino di tutti i tempi, ma direbbe nel contempo la verità. Almeno a Portoferraio. Chi ha orecchi per intendere intenda, io, purtroppo, dicendo quel che dico, non ho alle spalle né movimenti d’opinione né un partito, ho solo il mio personale e privatissimo “derrière” che cerco per quanto possibile di preservare da intrusioni punitive, quindi non posso essere più chiaro.
Il Sindaco Ferrari ha comunque deciso, all’ultimo tuffo, in data 29 dicembre, di rinnovare otto incarichi, tra cui quello dell’Architetto Parigi, ignorando (almeno così parrebbe) le raccomandazioni del Revisore dei Conti. Visto che siamo in periodo di festeggiamenti, auguri!
Mi chiedessero, sapendo che sono ateo, se Parigi valga ancora una messa, direi che certamente sì, purché sia funebre. Un bel Requiem di Mozart, direi. E quando una profonda voce di basso intonasse il “Tuba mirum spargens sonum” si scioglierebbe finalmente l’angoscia di non sapere cosa Lui stia in quel momento tramando, nella certezza che non sarebbe cosa buona per i più.
Maurizio Tavanti
Caro Maurizio
Mi corre l'obbligo di chiosare, ma giusto un poco, le tue prose. E' intanto necessaria una precisazione su un argomento delicato quale "l'esposizione dei derrière" agli eventuali strali o uccelli paduli dell'avversa fortuna, poichè, comunque vada, detta esposizione non è mai solitaria ma quanto meno binata, poiché insieme alla tua ci sarebbe pure la mia, che più o meno, in caso di "incidente", ugualmente, posso contare solo su me stesso, e differentemente, devo fare i conti anche con una serie infinita di potenziali esposizioni.
In conseguenza di ciò, ma più ancora in conseguenza delle norme che regolano il mio lavoro, e delle linee comportamentali che ho sempre tenuto, pur non ravvisando nelle tue (feroci) critiche niente che esuli dal lecito, ribadisco che queste pagine restano aperte alle eventuali risposte e controdeduzioni da parte dei chiamati in causa o da parte chi desiderasse prenderne le parti.
In ultimo - ripetendoti quanto in altre occasioni ti ho già detto - credo che sia consentito augurarsi il distacco dalle cure della cosa pubblica (in qualsiasi veste) di chi evidentemente non si ama o non si stima, ma accostare le dipartite amministrative dal territorio - sia pure con elegante e dotta scherzosità - alla terrena dipartita, non lo trovo appropriato e giusto, anche perché potrebbe poco elegantemente indurre a disdicevoli gesti apotropaici che, se reiterati, rischierebbero di sconfinare nella pratica onanistica (poi lo spiegheremo all'assessore) e non sarebbe fine.
Da Fabricia (a proposito di Faber) nel giorno dell'Epifania 2017
sergio rossi