Con il dovuto ritardo, finalmente anche la classe politica elbana sembra essersi accorta del “problema sanità” che è andato, ancor più pesantemente, ad aggiungersi agli altri gravi problemi che mortificano da tempo l’Isola d’Elba, i suoi abitanti e, non dimentichiamolo, anche i suoi occasionali ospiti.
Dispiace che questo sia potuto avvenire al prezzo eclatante delle dimissioni di Roberto Peria a Portoferraio e dopo le innumerevoli manifestazioni di Comitati civici.
Ma, allora, è proprio vero che i partiti hanno perso la strada maestra, quanto essenziale, della “rappresentatività” , che gli equilibri interni ai partiti e tra le segreterie territoriali hanno il sopravvento sulla volontà di farsi carico, anche in modo dialettico e con posizioni contrapposte, delle reali esigenze dei cittadini elbani : hanno già testimoniato tutto ciò, spesso, lunghi ed imbarazzanti silenzi e l’evidente carenza di una chiara e costante dialettica con le istituzioni provinciali e regionali.
Estenuanti fallimenti della Conferenza dei Sindaci, solito “pollaio” (come altri hanno già avuto modo di battezzare) multi comunale, contrapposizioni di metodo e di merito solo per la nomina di un responsabile di zona per la sanità, sopraffini distinguo politici, logica della “spending review” e lotta agli sprechi (ma, forse, su questo tema sarebbe bene stendere un velo pietoso...), sottovalutazione della oggettiva peculiarità elbana connessa, ad esempio, all’imponderabilità della continuità territoriale : ma, in tutto questo, dove sono finiti il semplice diritto alla salute dei cittadini e la cura dei malati ?
La logica della “spending review” è sacrosanta e condivisibile, soprattutto in un paese, l’Italia e di conseguenza anche l’Isola d’Elba, addirittura fondato tradizionalmente sugli sprechi, ma c’è modo e modo, c’è contesto e contesto e c’è un abisso tra politica dei tagli e politica di abolizione degli sprechi.
L’economia non è fatta solo di numeri (come, in una certa misura, anche il governo Monti ha contribuito a farci credere) ma anche, e soprattutto, di scelte politiche, etiche e sociali, per non dimenticare che, sempre ed in ogni caso, al centro di tutto rimane, e deve rimanere, l’Uomo.
L’attenzione verso la salute (così come verso la cultura e la scuola) è un preciso indicatore della civiltà di un paese e, per forza di cose, sfugge alle regole più rigide dell’economia e dei partiti e non può essere interpretata solo tramite progetti di laboratorio finanziario.
Mi dispiace per la scelta di Roberto Peria : sono convinto che il suo coraggio e la sua dignità sarebbero stati più utili in prima linea (altri Sindaci e responsabili di partito permettendo, ovviamente). In ogni caso mi auguro che la sua iniziativa possa contribuire al raggiungimento di un risultato positivo.
Vorrei anche ricordare che, in tutti i comparti più complessi, le apparenti connessioni causa-effetto non sono mai certe né concentrate nel tempo come potrebbe apparire.
In poche e più semplici parole : la crisi che attanaglia i comparti più strategici per l’Elba (innanzitutto la sanità, ma anche la continuità territoriale, lo sviluppo e la scuola) hanno radici molto più lontane, in una sorta di “distrazione” e nella difficoltà della classe politica elbana di concertare nel tempo e di programmare per tempo i dovuti interventi politici e di governo, senza “cadere dal pero” quando si presentano l’emergenza od il fatto compiuto.
Speriamo che il “caso Sanità” abbia suonato una sveglia generale.
Paolo Di Pirro