A leggere documenti, interventi e elenchi delle audizioni in programma alla Commissione ambiente della Camera sulla nuova legge sui parchi sembra sempre più che il nodo da sciogliere sia questo; a chi vanno affidati? In prima battuta la maggiore novità poco apprezzata fu l’ingresso di rappresentanze di categoria (agricoltori etc) e una riduzione di quelle scientifiche. Lo Stato rimaneva al centro mentre le regioni venivano tagliate fuori del tutto dalle aree protette marine. Per far soldi si chiudeva un occhio e all’occorrenza tutti e due sul tipo di interventi da realizzare nei territori protetti.
D’altronde il nuovo Titolo V (poi bocciato dal referendum) ridimensionava le regioni e premiava al solito lo stato. Ad un certo punto specie tra le associazioni ambientaliste si è avvertito e denunciato invece il rischio che anche la gestione dei parchi nazionali si sarebbe sbilanciata a favore degli enti locali e quindi del localismo. Insomma dal troppo stato al troppo enti locali che nel frattempo erano stati però ridimensionati con la messa in pensione delle province che, nella dimensione locale, avevano assunto soprattutto un ruolo importante specie nella gestione intercomunale e regionale. In questo stiracchiare le cose è sempre più sparita la politica quella vera dei programmi, dei progetti non degli emendamenti che da anni compaiono e scompaiono con le trovate più varie e balorde. Con le nuove consultazioni previste in questi giorni è probabile, anzi sicuro, che ne avremo altri. Visto che il 26 gennaio è previsto un importante appuntamento promosso dalle associazioni ambientaliste proprio alla Camera c’è da sperare che cambi film. E’ così complicato per il governo, il ministero dell’ambiente, le regioni, l’ANCI, le province, Federparchi -ora in sonno- per decidere insieme cosa fare insieme o ci vuole un referendum. Insomma per questo non urge una nuova pessima legge ma solo e finalmente una ragionevole scelta politica.
Chi deve gestire i parchi come e con chi la legge l’ha già deciso da tempo e nessun può più far finta di non saperlo.
Renzo Moschini