Venerdì 17 ore 18 al Teatrino Garibaldi, è convocato il Consiglio Comunale di Rio nell'Elba per discutere e porre all'approvazione la procedura concordata tra i due Sindaci Galli e De Santi, per la fusione dei due Comuni. È una improvvisata, sia perché nei due programmi elettorali con i quali si sono presentati al proprio elettorato non ne facevano mensione e sia perché si è arrivati alla decisione senza una consultazione preventiva, ne con i cittadini, ne con le forze politiche, le associazioni locali. Questa decisione è quindi imposta dall'alto ed è sostenuta da forze ispirate principalmente dalla cultura populista dell'antipolitica e dell'antinstituzione e che ha ispirato, a suo tempo, la costituzione delle due liste con a capo gli attuali Sindaci.
I cittadini, le comunità riesi e delle frazioni, sanno bene che i Comuni quando sono amministrati bene e collaborano proficuamente fra loro, a prescindere dalle maggioranze che li governano, ciò dipende, sia da buoni amministratori, con idee chiare sul che fare, come il passato insegna e sia da adeguate condizioni economiche e finanziarie.
Mi sembra quindi che in questa scelta dei due Sindaci vi sia il tentativo di mettersi al riparo dalle difficoltà a governare e di scaricare sulle istituzioni, da sopprimere, responsabilità che invece sono politiche.
Il Comune è una forma originaria di COMUNITÀ, che si autodetermina e si da appunto una veste istituzionale ed amministrativa per autorappresentarsi ed autogovernarsi; il Comune quindi non è un semplice erogatore di servizi o pratiche d'ufficio; se si ragiona così allora basterebbe un'agenzia, pubblica privata alla quale appaltare, anche da un organismo centrale i vari servizi; Rio Elba, il suo Comune è quindi una COMUNITÀ viva e vegeta, con una sua storia, cultura, un suo passato ed un suo FUTURO e togliergli il Comune è come volerla estinguere o indebolirla nel suo DIRITTO di autodeterminazione di autogoverno, di autorappresentazione. Questo vale per tutte le comunità storiche del territorio elbano, con i suoi Comuni e campanili. COMUNITÀ significa per i cittadini, APPARTENENZA ad una entità solidale, identitaria, di sovranità e quindi è costitutiva del suo senso di "Cittadinanza". Perché toglierla? Forse per una scelta politica ed ideologica di chi ritiene che tutte le forme comunitarie e collettive, da quelle collegate a rivendicazioni sociali come i corpi intermedi, a quelle spontaneamente cresciute per bisogni ed istanze varie dei cittadini, siano un impedimento all'esercizio dei poteri dominanti, alle gerarchie sociali, ecc.
Per queste ragioni noi non condiviamo questa scelta.
Gruppo consiliare Rio Democratico
Giuseppe Coluccia - Bruno Chiassoni