Carissimi Sindaci dell’isola d’Elba,
sono un migrante giunto da pochi giorni in Italia con mia moglie e due bambini piccoli dopo un viaggio d’inferno. Siamo stati costretti a lasciare il nostro paese, in Africa, a causa della miseria e della fame.
Siamo in attesa di una definitiva sistemazione. Ho saputo che, come tanti altri Sindaci, anche voi vi state dando da fare e che al Prefetto di Livorno avete promesso di presentare un progetto di accoglienza. Ve ne siamo grati. Al Sig.Prefetto di Livorno avete proposto, tutti insieme, di metterci a disposizione l’isola di Pianosa. Bellissima isola; un po’ mal messa, ma bellissima. Secondo il Sindaco Ciumei a Pianosa “potremo essere inquadrati in un sistema lavorativo, ma anche turistico/ricettivo”. Il Sindaco De Santi di Rio Elba pensa che quell’isola, visto il consistente numero di visitatori, potrebbe favorire la nostra integrazione sociale. Grazie, ma mi permetto di farvi considerare due cose. A noi sta bene fare tutti quei lavori che possono rendere un’isola come Pianosa ancor più bella, ma l’inserimento in strutture “turistico-ricettive” ci sembra un po’ difficile, per non dire impossibile. Primo perché dalle nostre parti non avevamo scuole alberghiere che ci potessero dare una certa formazione professionale ed inoltre, dalle notizie che ho, non mi sembra che a Pianosa ci siano strutture ricettive che abbiano bisogno di personale. Quanto alla integrazione pensata dal Sig.De Santi, mi chiedo come sia possibile averla con gente che è in vacanza, arriva la mattina e dopo poche ore riparte. Forse sarebbe più facile l’inserimento sociale di quei 4 o 5 migranti che, secondo il Prefetto, dovrebbero essere ospitati nel suo piccolo Comune. Anche il Sindaco di Portoferraio ha voluto fare la sua parte, ma, siamo sinceri, la soluzione Montecristo appare un po’ sparata a caso. Lui, ho saputo, è innamorato di Montecristo che fa parte del territorio del suo Comune. Qualche tempo fa ci ha riunito anche il Consiglio comunale, ma noi su quell’isola ci sentiremmo davvero abbandonati, messi al confino. Con chi potremmo integrarci, socializzare? Solo con i due forestali che vi risiedono; un po’ poco. E poi, devo essere sincero, giustificare la nostra presenza, come ha fatto il Sindaco Ferrari, con la necessità di costruire una fognatura, non è stata una cosa tanto carina. A parte che non vedo come potremmo prenderci l’incarico di costruirla, dal momento che non abbiamo le dovute competenze, ma poi, mi sono chiesto, perché il Sindaco di Portoferraio, proprio nel momento in cui propone di metterci in quella stupenda isola, si preoccupa della mancanza di una fognatura e dei possibili danni all’ambiente? Forse che i nostri bisogni corporali sono più inquinanti di quelli dei turisti giornalieri o degli studiosi, dei politici, dei vip di vario genere che, da lungo tempo, hanno avuto la fortuna di essere ospitati nella Villa Reale?
Di lavori di piccola manutenzione e pulizia anche nei vostri Comuni c’è tanto bisogno. Proprio la Vice Prefettura sta portando avanti un bel progetto: “10.000 mani per l’Elba”, così, mi sembra, che sia stato chiamato. Perché non potremmo aggiungere le nostre mani a quelle 10.000? Inoltre all’Elba, dove un po’ di gente c’è anche d’inverno, potremmo non solo lavorare, ma anche fare qualche conoscenza, avere qualche rapporto con la gente del posto, aiutare persone anziane. E poi considerate che oltre ai nostri figli ci sono tra noi anche bambini soli, che non hanno un familiare. I nostri figli e quei poveri bambini non potrebbero fare amicizia con i vostri? Giocare insieme a loro? Perché non ci aiutate a farli tornare a sorridere?
Nella vostra isola non ci sono solo elbani puri, ma tante altre persone venute da molte parti d’Italia e anche da diversi Paesi stranieri, che con il tempo si sono inserite molto bene. Sappiamo che gli elbani al fondo sanno essere ospitali, come lo sono in genere le persone che vivono nelle isole. Dunque, cari Sindaci, perché non cercate di “superare l’indifferenza e anteporre ai timori un generoso atteggiamento di accoglienza”? Non sono mie queste ultime parole, ma di Papa Francesco.
Grazie per l’attenzione
Un migrante