7000 persone - la stima delle normalmente prudenti Forze dell'Ordine - sono davvero tante. Come dire che quello di questa mattina è stato un assembramento con nessun precedente almeno nella recente storia dell'Isola.
7000 (più di un quarto della popolazione realmente residente): Tanti sono stati quelli che hanno risposto all'appello dei comitati che hanno promosso la manifestazione e delle forze politiche ed istituzionali, nonché degli operatori economici che hanno aderito all'iniziativa, che mirava a far intendere quanto gli isolani siano decisi a difendere il loro ospedale.
A partire dalle prime ore del mattino i cittadini hanno preso a concentrarsi alla Banchina d'Alto Fondale, da poi cui si è mosso un corteo che si è snodato risultando un lungo e geremito serpentone che percorso le vie dell'area portuale e retroportuale del capoluogo elbano, per terminare davanti al palazzo della Provincia.
Una protesta impressionante e neppur troppo rumorosa, che dava tutta la misura della "tranquilla passione" o se vogliamo della "tranquilla incazzatura" degli isolani, del diffuso convincimento di una popolazione di essere trattata sempre più a pesci in faccia sul fronte dei servizi (non solo sanitari) che le sono stati resi dai governi nazionali e regionali succedutisi negli ultimi anni.
Sotto il Palazzo della provincia i Comitati con Semeraro, Luciana Gelli ed altri hanno spiegato le ragioni della loro protesta, poi il microfono è passato ai Sindaci che a partire da Peria hanno parlato alla folla.
E proprio durante l'ultimo intervento degli amministratori quello del Capoliverese Barbetti (che, ricordiamo, non partecipa all'occupazione simbolica dell'ospedale) si è registrato un momento di "vivacità".
Il primo cittadino di Capoliveri che fin dalle prime battutte ha portato un attacco a Peria riceveva infatti diverse bordate di fischi ed improperi dalla vasta platea, e si sentiva pure contestare dal suo collega Alessi, che continuava a ripetere "Unità, Unità", non certo per promuovere l'omonima testata, ma per sottolineare quando dovessero essere comuni, al di sopra degli schieramenti politici, la manifestazione e la linea degli elbani, per avere possibilità di successo in quella complessiva "Vertenza Elba", di cui la partecipata manifestazione odierna deve considerarsi un importante atto.
SR (foto Massimiliano Ranfagni)