Da molti mesi ascoltiamo e leggiamo in silenzio le esternazioni del sindaco e dei suoi consulenti con la speranza che prima o poi si dirà la parola fine alla produzione di frasi fatte, malignità, accuse, condanne senza avvisi di garanzia, che hanno avvelenato il clima del nostro paese da ormai due anni.
Tuttavia l'ultima esternazione del sindaco fatta in un' assemblea pubblica, rilanciata sul suo profilo facebook e ripresa dalla stampa, merita una risposta.
Il sindaco comincia, finalmente, ad ammettere la sua sconfitta come amministratore, affermando che" potrebbero non esserci le condizioni finanziarie per andare avanti e... potrei dimettermi".
E prosegue come al solito, addossando la responsabilità ai suoi predecessori, come se fossero passati tre giorni e non tre anni dal suo insediamento.
Ora basta.
Nel 2009 Rio Elba aveva un bilancio di €.2.694.612,66 ( totale dei tre titoli delle entrate al rendiconto ), con un rateo di mutui di €.451.654,01, cifra che rispettava abbondantemente i limiti percentuali stabiliti dalla legge.
Mutui fatti per realizzare opere pubbliche necessarie e condivise con i cittadini ( vedi l'acquisto e la ristrutturazione dei locali della biblioteca e l' area attrezzata a parco giochi e parcheggio del Padreterno, giusto per fare due esempi ).
Gli altri sindaci d' Italia, indicano nei tagli alla finanza pubblica che si sono sommati negli anni, le complicazioni a far quadrare i bilanci, e si adoperano per ricercare finanziamenti esterni, che possano sopperire alle ristrettezze e alle rigidità di spesa, con capacità ed impegno, senza piangersi addosso e tanto meno cercare responsabilità personali ad una situazione di disagio generalizzato.
Nel 2009 lo Stato dava al comune circa 200 mila euro di trasferimenti suddivisi tra il fondo ordinario, consolidato e per gli investimenti.
Oggi, lo stesso sindaco dice " il comune di Rio Elba deve dare allo Stato 600 mila euro l' anno per il fondo di solidarietà per i comuni disagiati".
Perciò tra i 200 mila euro che non arrivano più e i 600 mila che vengono trattenuti, mancano all' appello circa 800 mila euro che, con un bilancio nel frattempo ridotto, fanno sentire il loro peso negativo.
Perché invece ci si ostina solo a dare la colpa ai predecessori?
Per le pruderie e le vendette di qualcuno?
Per nascondere le proprie incapacità a governare una macchina comunale ormai ridotta allo stremo e distrutta da una "organizzazione" che ha umiliato le professionalità interne?
Se il sindaco ormai logorato dalle rincorse alle indagini, da una gestione associata che si sta sbriciolando, vuole lasciare, lo faccia.
Da riesi di forti radici non lo rimpiangeremo.
Allora lasci subito, senza infilarsi in un ultimo estremo combattimento in trincea, utilizzando il progetto di fusione, presentato in fretta e furia, senza una consultazione preventiva con i cittadini interessati, senza ricercare quella condivisione e partecipazione attiva, che sono elementi importanti per tenere vivo uno spirito di comunità che a Rio è ormai mortificato ed affievolito.
Un progetto importante, di respiro, di rinnovo burocratico e politico che non può certamente essere promosso e diretto da un' amministrazione arrivata ormai senza fiato a nessun traguardo.
Catalina Schezzini
Luigi Paoli
Simonetta Simoni