La marcia indietro su Cala Seregola, inscenata dal Sindaco di Rio Marina Renzo Galli alla recente assemblea convocata a spron battuto al Cavo, non era evidentemente sincera se oggi torna a redarguire Legambiente, cattiva, che la impedirebbe.
La risposta del Sindaco appare confusa e volutamente confusionaria.
Ma abbiamo alcuni punti da precisare, partiamo dalla fine:
1- Galli ci accusa di non essere stati presenti all’assemblea del Cavo alla quale ci aveva invitati, mentre sa bene – perché gli è stato detto in un colloquio telefonico - che per motivi di lavoro e di salute alcuni nostri dirigenti non potevano esserci, quel che sembra non sapere è che a quella assemblea erano presenti il Direttore di Legambiente Arcipelago Toscano e diversi soci. Come è nostro costume in occasione di assemblee locali, il Direttore del nostro circolo non ha ritenuto opportuno intervenire per lasciare il massimo spazio ai cittadini, visto che Legambiente aveva già pubblicamente e chiaramente espresso la sua opinione: i nostri soci e simpatizzanti locali sono però ampiamente intervenuti.
2- Il Sindaco di Rio Marina definisce Legambiente un’associazione privata, una sorta di congrega di individui mossi da interessi appunto privati, che non permetterebbe ad organi democraticamente legittimati di svolgere le loro funzioni. Ce ne dispiace, un po' perché sono le stesse parole utilizzate più volte dal precedente sindaco di centro-destra, l’onorevole Bosi, ma soprattutto perché il Sindaco Galli sembra ignorare che Legambiente è un’associazione di cittadini, riconosciuta dal governo della Repubblica Italiana (è per questo che abbiamo un nostro rappresentante nell’Ente Parco), che agisce nei modi previsti dalla Costituzione in un gioco di integrazione alle Istituzioni. O si continua a pensare che l’unzione elettorale esima chi viene eletto dalle critiche e dalle osservazioni dei cittadini, soprattutto quando queste si rifanno a norme, vincoli e leggi statali che un amministratore locale vorrebbe violare e mutare a proprio momentaneo piacimento, invece di applicarle, come prevedono normative e Costituzione?
3- Sarebbe veramente divertente, se non fosse sconcertante, che un Sindaco denunci il bieco condizionamento di Legambiente sull’attività del Parco Nazionale: i cui organismi dirigenti, se non ci fossero gli ambientalisti rompiscatole, sarebbero altrimenti ben disposti a recedere dal Piano del Parco approvato dal Direttivo dell’Ente Parco, dalla Regione Toscana e dal Ministero dell’Ambiente e che è parte integrante – e sovraordinata – degli strumenti urbanistici del Comune di Rio Marina. Probabilmente il Sindaco Galli confonde il rispetto delle leggi, del Decreto del Presidente della Repubblica che istituisce il Parco e i vincoli paesaggistici e dell’Unione europea che ricadono sull’intera area con una sorta di pongo, che sarebbe facilissimo modellare se solo 1 (uno) consigliere dell’Ente parco su 8 non fosse ambientalista. Ringraziamo il Sindaco per questa stima della nostra onnipotenza, ma lo assicuriamo che non ci ha azzeccato.
4- Quanto ai progetti sull’area, il Sindaco Galli – evidentemente molto selettivo nel ricordarsi riunioni e presenze – sembra aver dimenticato quanto abbiamo annunciato in un recente incontro in Comune, e cioè che stiamo preparando insieme ad altre associazioni e gruppi di cittadini e ad esperti qualificati delle proposte che riguardano l’intera area, compresa quella dei laghetti rossi. Quello cioè che avrebbe dovuto fare lui prima di lanciare la strampalata idea di trasferire una risorsa idrotermica dal luogo nel quale è stata trovata - Cavo - a qualche Km di distanza solo per favorire una grosso intervento edificatorio. Il problema, caro Sindaco, lei non ce l’ha con Legambiente, ce l’ha con i cittadini cavesi che non possono capire una scelta del genere, che sembra fatta solo per venire incontro a danarosi investitori ben più interessati ai propri profitti che ad un virtuoso rilancio della languente economia locale.
Una cosa è certa: la concezione del turismo che ha il Sindaco Galli è davvero opposta alla nostra. L’intervento di Cala Seregola risponde ad un turismo vecchio, superato, quello neocoloniale delle grandi strutture isolate che ha già fatto tanto danni nel riese come altrove. Noi siamo per il turismo moderno integrato nell’ambiente e nelle comunità, capace di innovazione e di richiamo di capitali privati che non si configurino come sciacallaggi dell'esitente, intelligente e inclusivo delle piccole e grandi forze imprenditoriali della realtà locale, come quello dei 30 ecoalberghi e campeggi elbani che aderiscono a Legambiente Turismo e come molte altre esperienze di successo su tutto il territorio nazionale. Ed è questo successo che noi desideriamo per il tutto versante nordest.