Ho letto con estrema attenzione l’analisi del Caracuto che è andato a sviscerare, bontà sua, come il più rigoroso degli anatomopatologi, il programma di uno dei candidati, chiaramente non un suo preferito, malcelando una parzialità che spesso ha sconfinato nell’irrisione. Ma va bene così, in fin dei conti siamo in campagna elettorale ed evidentemente il gioco incomincia a farsi duro.
La stesura di un programma elettorale è cosa complessa e non è raro trovare, in tutti i programmi elettorali, refusi, frasi poco felici o piccoli inciampi. Sono pochi quelli che hanno tempo e voglia di sollevare questioni sui programmi elettorali (alcuni veramente di lana caprina, altri estremamente strumentali), a meno di farne un uso politico a favore di un altro candidato.
Dico questo perché se un fine disquisitore come Caracuto, così attento osservatore delle vicende politiche campesi, fosse davvero super partes e volesse approfondire aspetti estremamente più interessanti e utili per la comunità campese, dovrebbe sviscerare il programma elettorale del 2014 dell’ex sindaco Lambardi, commissariato ed ora nuovamente candidato, e sottolineare quanto di quel programma sia stato rispettato e quanti punti siano stati adempiuti.
Come, allo stesso modo, il Caracuto potrebbe chiedere pubblicamente, nei suoi colti scritti, per quali motivi, non ancora chiariti, l’ex vicesindaco Galli, rigorosissimo controllore dei programmi altrui, sia stato epurato dall’ex Sindaco Lambardi.
Queste sono cose politicamente rilevanti a cui ancora non si è dato risposta. Ma evidentemente, gli editoriali del Caracuto hanno ben altro obiettivo che quello di essere dotta e imparziale analisi di un osservatore non schierato.
Concludo con una nota di contenuto, che può essere considerato anche paradigmatico riguardo le contestazioni sollevate dall’autore. Nella suo editoriale-“minestrone”, il Caracuto ha criticato il passaggio sul Comune cardioprotetto, in cui si poneva, come obiettivo della lista del candidato sindaco, la copertura con defibrillatori semi-automatici, di aree del paese particolarmente sensibili. Non ho ben compreso il motivo della critica, se di forma o di contenuto. Caracuto lamentava il fatto che, in questo contesto, non veniva specificato il Comune nel quale dovessero essere posizionati tali defibrillatori. Non vorrei sbagliarmi, ma credo che il Comune in questione sia, strano ma vero, quello di Campo nell’Elba. Non credo che nessun candidato Sindaco di Campo pensi di acquistare e posizionare defibrillatori nel Comune di Canicattì o della Sgurgola Marsicana. Per quello che riguarda la seconda contestazione, preciso (ma c’era veramente bisogno?) che quando si parla di luoghi di aggregazione cittadina, si intendono scuole, palestre, ma anche piazze, spiagge, ovvero tutti quei luoghi dove è maggiore la densità di persone per cui è superiore la possibilità di avere eventi clinici gravi che richiedano l’utilizzo di un defibrillatore. Il numero di defibrillatori va chiaramente stabilito, in base a vari parametri, ma non credo che la mancanza di tale specificazione possa essere motivo di critica.
Francamente ho difficoltà a percepire, in questo progetto, elementi criticabili, a meno di motivazioni politiche strumentali. Quelle che costituiscono un leit motiv nello scritto del Caracuto, la cui tensione elettorale non lo sta certamente aiutando nelle sue “imparziali” valutazioni campesi.
Gianluigi Palombi