Sono anni che si discute –si fa per dire- di parchi e il risultato al momento che ci sono oltre 1000 emendamenti da discutere. La Ragioneria dello Stato che contesta le spese previste dalla legge. Il TAR considera –mentre l’Italia e i parchi bruciano- incostituzionale il passaggio dei forestali ai carabinieri.
Il Presidente della Commissione ambiente della Camera Realacci che dopo 25 anni dalla approvazione della legge 394 scopre che i nostri parchi non hanno ancora capito che devono occuparsi anche di lenticchie e che per questo vogliono mettere rappresentanti di agricoltori e altre categorie negli enti di gestione. Che poi metà dei parchi nazionali siano senza direttore e i più ancora senza un piano evidentemente è una trascurabile bazzecola. E sorvoliamo sul fatto anche questo evidentemente trascurabile che da decenni parco come quello dell'Arcipelago Toscano –ma anche altri- siano in attesa della istituzione di una area protetta marina e nessuno da anni abbia notizie del Santuario dei cetacei non sono argomenti degni di nota. Tanto che la legge vorrebbe rinazionalizzare Portofino dove area terrestre e area marina sono divise da anni perché così piaceva a Ronchi. Ma di questo non troverete parola nel lungo intervento di Sammuri presidente di Federparchi e pure –sebbene in scadenza- dell’Arcipelago Toscano.
Che questa situazione allarmi anche sul piano politico-istituzionale non può sorprendere tanto è vero che persino gli ecodem –gli ambientalisti del Pd- hanno dichiarato che sono stufi del loro partito e gli danno un ultimatum. Insomma dei Realacci di turno ne hanno le scatole piene ed hanno pienamente ragione. Meglio i gufi insomma degli sparafrottole vecchie come il cucco. Più che di nuovi emendamenti abbiamo finalmente bisogno di qualche iniziativa politica del governo a partire dal ministero dell’ambiente di cui non si hanno notizie da tempo.
Basta latitanza a Roma e nelle regioni come sappiamo molto impegnate in tutt’altre faccende molto poco ambientaliste. Chi vivrà vedrà?
Renzo Moschini