L’articolo apparso ieri sulla stampa, “la protesta del Frugoso è giusta”, che fa seguito ad un lancio del 19 agosto, mi costringe ad intervenire per evidenziare la disinformazione e la strumentalizzazione fatta sul caso.
L’occasione è giusta anche per dare una risposta a Legambiente che era intervenuta sull’argomento all’inizio dell’estate, cavalcando la protesta.
Ad alcuni frequentatori di Cavo che mi hanno scritto ho già risposto in merito alla loro scarsa informazione sulla questione che perorano e che sarebbe stato facile, se non avessero voluto fare solo rumore, approfondire negli atti.
Lamento anche l’enfasi che il giornale ha voluto dare alla protesta quando, in virtù dei quotidiani contatti che abbiamo per la ricerca di notizie da pubblicare, avrebbe dovuto, secondo me, esporre anche le ragioni dell’Amministrazione: ma la battaglia sulla diffusione si fa anche così….
Afferma Legambiente che… “il Sindaco di Rio Marina dovrebbe davvero meditare su quello che si sta rivelando...una scelta sbagliata, anche dal punto di vista economico, visto che il campo boe che ha così pervicacemente voluto non sembra essere molto frequentato”.
Allora mettiamo ordine alla questione: il campo boe non è stato pervicacemente voluto dal sottoscritto, ma semplicemente previsto – e qui sta la disinformazione – dalle NTA (art. 148 e segg.) del Regolamento Urbanistico approvato dal Consiglio Comunale il 31/3/2010 e supportato da tutti gli studi previsti, che hanno dichiarato la zona idonea.
Il Sindaco non ha fatto altro che dare applicazione al Piano Spiagge previsto dal R.U., mettendo a gara le varie concessioni, di spiaggia, punti blu, campi boe ecc., in presenza fra l’altro d’istanze già avanzate il cui mancato esame avrebbe potuto comportare una responsabilità patrimoniale, per il semplice fatto che un ente non può sollecitare manifestazioni d’interesse e poi non decidere.
Ritenendo giusto dar seguito alle concessioni previste dal Regolamento Urbanistico, la mia Amministrazione ha semplicemente attuato il piano spiagge deliberato dalla precedente, che già aveva provocato domande di assegnazione, e attivato la procedura concorsuale.
Poteva astenersene in presenza di richieste depositate agli atti, continuando con concessioni precarie di anno in anno, sempre sotto il mirino dell'Autorità Marittima, che non consentono il minimo investimento? Certamente no, almeno dal mio punto di vista di corretto amministratore.
Il risultato sono state le concessioni date sulle spiagge, che hanno suscitato un vespaio di iniziali polemiche per una presunta privatizzazione (di che?) e che ora viene invece lodata per il modesto impatto, la linearità delle strutture e la presenza di servizi e, appunto, i campi boe che garantistico una ricettività nautica supplementare e animazione economica ulteriore.
Il tutto condito dalla creazione di alcuni posto di lavoro che, forse, gli ospiti stagionali che hanno partecipato alla manifestazione trascurano, a tutto vantaggio del loro immediato interesse a godere dei luoghi.
Io capisco che chi viene a soggiornare a Cavo preferirebbe trovare un ambiente libero e a disposizione, avendo conquistato il classico "posto al sole", ma non funziona così, il benessere della popolazione non si crea mettendo un luogo sotto una campana di vetro, ma agendo, nel rispetto delle regole e del patrimonio che ci hanno lasciato gli antenati, per uno sviluppo sostenibile e sfido, dati alla mano e non con generiche affermazioni, a dimostrare che il Comune di Rio Marina non persegua questo obiettivo.
Nella protesta dell’altro giorno ci vedo molta strumentalizzazione, da parte di ospiti e ospitanti, che con una permanenza o un’attività stagionale breve intendono condizionare i modi di vita e di sviluppo di una Comunità residente, alla quale sola spetta il diritto di fare le proprie scelte.
Appurato che il campo boe, come le altre concessioni, sono uno strumento previsto da norme risalenti addirittura al 2010, che tutte le concessioni, sia a mare che a terra, sono supportate, come devesi, da studi tecnici di supporto, che l’attuale Amministrazione ha teso dare attuazione ad uno strumento pianificatorio condiviso e che supera la precarietà per favorire gli investimenti e la creazione di mini imprese, dove sta il problema?
Se chicchessia ritiene che le concessioni siano illegittime faccia i propri passi in trasparenza, se le ritiene dannose per l’ambiente in quanto gli studi sottostanti risultano insufficienti per la protezione marina, o il campo boe, come dice Legambiente, risulti superato nei suoi strumenti, oppure limitino la balneazione come lamenta la protesta, faccia documentata e ragionata richiesta all’Amministrazione e troverà sicuramente orecchie che ascoltano e disposte anche a modificare, secondo le procedure, il piano Spiagge annesso al R.U.
Quanto al censurare, come hanno scritto alcuni, il "tornaconto economico di pochi operatori e dell'Amministrazione Pubblica che riscuoterà il costo di concessione", ci penserei bene a dirlo, prima perché si tratta della creazione di alcuni posti di lavoro di cui la Comunità ha bisogno e diritto, anche contro il parere di chi vive la realtà solo per pochi giorni all’anno, secondariamente, e questa è disinformazione pura, perché, l'Amministrazione Comunale non ricava alcunché dalle concessioni demaniali, che vengono girate allo Stato, fungendo essa solo da esattrice e rimettendoci anche i costi amministrativi.
Anche sul concetto di “tornaconto di pochi operatori” rifletterei, perche si tratta di persone che intraprendono, che rischiano, che creano davvero, come ogni impresa, ricchezza, al contrario di chi solo la consuma.
Colgo anche l’occasione per commentare, in modo da affrontare tutte le questioni aperte dagli “affezionatissimi villeggianti di Cavo” in cerca di luoghi “in cui la gestione del territorio sia più intelligente….”, la lettera aperta che è circolata in questi giorni riguardante la “rumorosa e puzzolente Moby Ale” e il mezzo veloce di Corsica Ferries.
Non credo che un gruppo di villeggianti, per quanto legati e affezionati al territorio, possa decidere al posto di una Comunità di persone che di questi servizi usufruiscono e li reclamano per la loro mobilità non feriale. Riguardo all’impatto del mezzo veloce la questione è stata posta già da qualche anno all’attenzione della Direzione Marittima che ha fatto eseguire all’Università di Genova studi e prove d’influsso del moto ondoso generato, che con alcune variazioni di rotta, risulta, sia pure leggermente, attenuato.
Riguardo infine alla rumorosità del mezzo in sosta notturna, questa Amministrazione ha posto la questione di un suo eventuale collegamento alla rete, ma l’assorbimento è tale che risulterebbero sacrificati i consumi a terra e non credo che nessun utente, locale o forestiero, sarebbe disposto a limitare i propri consumi alla bisogna.
Come si può dedurre questa Amministrazione si è mossa nella linea del rispetto delle deliberazioni assunte e, come devesi, degli interessi della popolazione che deve vivere e prosperare sul territorio e che dal territorio trae le risorse, ivi compresa la tutela delle aree più delicate, come le zone minerarie, per le quali ha aperto un tavolo di confronto col PNAT, invitato a livello di Consiglio ad una verifica in loco della situazione, alla quale, per quanto promossa congiuntamente, è mancata proprio la rappresentanza di Legambiente, né ha fatto pervenire le proposte promesse sulla stampa (Elbareport del 14/3/2017).
Renzo Galli
Sindaco di Rio Marina