Per noi sindaci fare il bilancio è ormai diventata una vera e propria corsa ad ostacoli. Se ne salta uno e già se ne presenta un altro, ancora più ostico ed arduo da superare.
Siamo quasi alla fine di Aprile e tutto è ancora in alto mare. Se non si sa su quali entrate contare è pressoché impossibile fare previsioni di spesa, e quindi chiudere il bilancio. E senza bilancio si fermano investimenti e pagamenti e così si paralizza il Paese.
Quelli più esposti sono i comuni più piccoli che con gli ultimi ventilati provvedimenti rischiano addirittura di non pagare lo stipendio ai dipendenti per mancanza di liquidità.
Il fatto è che il Governo sta scaricando su di noi la responsabilità del risanamento e ci chiede di fare da esattori, ma non lo siamo e non vogliamo esserlo.
Gran parte delle tasse che saremo costretti a far pagare ai cittadini vanno nelle tasche dello Stato.
E' un provvedimento odioso quello che ci è stato imposto dall'applicazione dell'ex Ici, la cosiddetta Imu, di cui, tra l'altro, non si sa ancora bene come, in che misura e quando potrà essere riscossa. Senza contare la discordanza sulle stime che non dà certezza e che per questo ad oggi non consente di iscrivere a bilancio alcuna somma.
In questi anni il Comune di Rio Elba ha garantito i servizi essenziali senza aumentare di un solo euro le quote a carico degli utenti e lasciando invariata l'Irpef. Quest'anno, forse, non sarà più possibile, pur avendo tagliato le spese anche laddove non era giusto farlo (trasporti, manifestazioni culturali e d'intrattenimento, contributi vari, promozione turistica, strumenti della partecipazione, ambiente e patrimonio pubblico ed altro ancora).
Per dare il segno, sia pure modesto ma simbolico, di un coinvolgimento diretto degli amministratori, sono state azzerate tutte le indennità e ridotta di un quinto quella del sindaco.
Di più è difficile fare.
La situazione è tale per cui, a dirla alla Gramsci, “il pessimismo dell'intelligenza rischia di sovrastare ampiamente l'ottimismo della volontà”. Ciò non significa rassegnazione, né farci prendere in giro da un Governo di tecnici che per un verso pare considerare le persone come fossero dei numeri inanimati e per l'altro, paradossalmente, mostra gravi lacune e incredibili carenze proprio dove occorre competenza di cose tecniche.
L'Imu ne è la dimostrazione più palese. Una materia di per sé già molto complicata che si è voluto complicare ancora di più, un vero pasticcio da cui neppure loro sanno come uscire. Prima hanno ridotto i sindaci a semplici gabellieri, ora si rendono conto che il carico fiscale sta diventando troppo pesante per le famiglie, tra rincari e accise, e intervengono ancora sui Comuni danneggiando di nuovo il sistema dei servizi ai cittadini.
Di queste cose e di altro vogliamo discutere e confrontarci nell'assemblea pubblica prevista per il bilancio: dire la verità, per non subire ricatti e per opporci ad una politica ingiusta ed iniqua di cui noi sindaci dovremmo essere gli esecutori; dire che non ci stiamo e che tutti i cittadini, soprattutto le fasce più deboli, sono con noi.
Danilo Alessi
Sindaco di Rio nell'Elba