La legge recentemente approvata dal Parlamento, in difesa dei piccoli Comuni e dei Borghi è da annoverarsi senz'altro come una importante riforma democratica e sociale. Dopo anni di controriforme di stampo autoritario o antipolitico, basta ricordare la nefasta riforma sulle Provincie od i vari tentativi, da Berlusconi a Renzi, di smantellare la Costituzione, si è fatta una riforma che, non promuove il superamento per accorpamento o fusione dei piccoli Comuni, in nome di una destrorsa ideologia della cosiddetta "semplificazione istituzionale", ma, al contrario, punta a riconoscerne la funzione sociale e culturale di presidio democratico sul territorio e delle proprie comunità ed a sostenerne per questo l'esistenza e lo sviluppo. Quindii una legge coerente con la nostra Costituzione, con la sua visione che "riconosce e promuove le autonomie e comunità locali". L'altro merito è che chiude, spero definitivamente, una campagna politica decennale di continuo attacco ai piccoli Comuni, che proprio partendo dalle difficoltà finanziarie e di carenza di risorse e servizi di questi, creatasi a causa delle politiche di tagli alla spesa sociale, ai servizi pubblici, alle risorse ad essi destinate, ne chiedeva la liquidazione e la soppressione. Dopo aver distrutto la democrazia partecipata, basti pensare alla sorte dei grandi partiti di massa democratici, dopo aver ridimensionato il ruolo dei corpi intermedi, come i Sindacati o le Associazioni di categorie, dopo aver concentrato e centralizzato nel potere esecutivo tutte le decisioni politiche, non restava altro che sopprimere la rete dei Piccoli Comuni, in Italia ben 5.000, come ultimo baluardo, appunto della democrazia partecipata. L'Elba, con i suoi ben 7 Comuni sotto i 5000 abitanti e con i suoi meravigliosi borghi, collinari e marini, quali, Poggio, S. Piero, S.Ilario, Cavo, Bagnaia, Pomonte, Seccheto Lacona, ecc. rientrerà a pieno titolo nei criteri applicativi della legge, particolarmente per la sua insularità e montanità, addirittura ripronendo come criterio applicativo l'Unione dei Comuni. Sarà necessario che gli amministratori, le forze politiche sociali ed economiche elbane sappiano cogliere fino in fondo le opportunità offerte da questa nuova legislazione, predisponendo progetti ed investimenti rivolti a sostenere i centri suddetti e le locali comunità. Non dimentichiamo che l'obbiettivo principale della legge consiste proprio nel sostenere la vivibilità sociale, culturale ed economica di questi luoghi, per mantenerne la presenza, contrastando l'emigrazione, specie dei giovani, per carenza di lavoro o di studio, di servizi adeguati e contrastarne anche lo svuotamento dei centri storici e la loro riduzione a "residenze stagionali" o a privatizzarne a fini commerciali, certe infrastrutture pubbliche, come succede con i porticcioli, gli arenili o con gli specchi d'acqua dei borghi marini.
In questi anni di c'è stato un aggressione ed un continuo accaparramento da parte di privati di beni pubblici, di spazi, di aree, di viabilità che hanno reso difficole la fruibilità di questi. È necessario fermare questo processo e solo con comunità attive e dotate di strumenti istituzionali come i Comuni sarà possibile.
Pino Coluccia
di art.1 mdp