Dopo la tragedia di Livorno e i nuovi e vecchi problemi di protezione ambientale si ripropone anche quello dei parchi e delle aree protette. E le ragioni sono –o dovrebbero- essere- chiare, visto il ruolo speciale che esse hanno nella tutela del territorio.
Alcune recenti iniziative dalla Festa del parco di San Rossore al Calambrone alla firma della Carta del Partenariato del santuario dei cetacei al porto di Boccadarno a quella del Lago a Massaciuccoli vanno sicuramente in questa direzione. Ma sono molte altre le realtà in vari ambiti territoriali della Toscana che continuano a restare in ombra o del tutto assenti da questo impegno nonostante gli incendi rovinosi, l’inquinamento marino come gli ecoreati. Mi riferisco al Parco delle Apuane come a quello dell’Arcipelago Toscano, alle aree protette marine come ai parchi provinciali spariti dalla scena dopo la messa KO delle province.
L’attenzione e l’iniziativa istituzionale risulta decisamente inadeguata specialmente i alcune realtà e troppo spesso non sufficentemente coordinata tra la regione e le autonomie locali. A partire da alcune Commissioni regionali da quella sulle coste a quella sulla fauna. E se le istituzioni zoppicano le forze politiche in larghissima misura latitano. Non ricordo infatti, tanto meno in Toscana, una stagione così silente sul piano politico rotta in più d’un caso con sortite sconcertanti e sconfortanti. Mi auguro perciò che il dopo-Livorno rimetta nei fari anche i parchi e le aree protette.
Renzo Moschini