“Le preoccupazioni sui ritardi della rimozione della Costa Concordia dall'isola del Giglio espresse oggi dal ministro Clini con un lettera agli amministratori delegati della compagnia, al capo Dipartimento della Protezione Civile e al Presidente della Regione Toscana, sono fondate. In particolare allarmano le condizioni dello scafo e le condizioni necessarie a garantire che l’effettiva rimozione e il ricovero del relitto avvengano in sicurezza e senza ulteriori danni per l’ambiente. Per conoscere le ragioni dei ritardi, quali rischi ambientali derivino all’ecosistema marino dell’Arcipelago Toscano a causa del relitto della Costa Concordia e per sapere cosa sta facendo il governo per accelerare la rimozione del relitto, nonché per ovviare al problema, ho presentato, un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Clini insieme all’On. Mariani. Chiediamo inoltre al ministro interrogato quali siano i tempi di realizzazione dei lavori e quando sarà completata la rimozione del relitto, auspicando fortemente che ciò avvenga prima dell’inizio della stagione estiva. Al governo chiediamo infine quali siano i tempi necessari per la preparazione del cantiere di lavoro nel porto di Piombino (destinato ad accogliere il relitto), quanti fondi siano necessari all’espletamento della rimozione, della messa in sicurezza e delle demolizione del relitto e la garanzia che tali costi ricadano in via esclusiva sui responsabili del disastro della Costa Concordia” lo afferma l’On. Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, annunciando un’interrogazione sulle cause e i rischi derivanti dai ritardi nella rimozione del relitto della Costa Concordia.
A seguire riportiamo integralmente il testo dell'interrogazione parlamentare di Realacci e Mariani (PD) al ministro dell’Ambiente Clini:
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Per sapere premesso che
venerdì 13 gennaio 2012, intorno le ore 21.30, mentre stava effettuando una crociera nel Mediterraneo con partenza da Civitavecchia e successivo scalo previsto a Savona, la nave Concordia, ha urtato gli scogli a 500 metri dal porto dell'Isola del Giglio, provocando gravi danni ed uno squarcio di 70 metri nello scafo incagliandosi, fuori rotta e inclinata di ottanta gradi, presso punta La Gabbianata, proprio di fronte Giglio Porto;
l'evacuazione totale delle circa 4.229 persone tra equipaggio e passeggeri ha causato, anche per il quasi totale inabissamento dello scafo, diversi morti, alcuni feriti e numerosi dispersi e alcuni sversamenti di liquidi inquinanti in mare;
la nave Costa Concordia si stava dirigendo verso l'Isola del Giglio, percorrendo una rotta atipica e non «economica» per raggiungere il porto di Savona, con l'intento di effettuare quello che nella consuetudine della pratica marinara viene chiamato «inchino», ovvero un passaggio di saluto dell'imbarcazione molto a ridosso del Giglio;
la nave Concordia è una nave di grosse dimensioni lunga 290,20 metri e larga 35,50 metri, con una stazza lorda di oltre 114.000 tonnellate, e sei motori con potenza totale di 76Kw. Le operazione per il recupero del natante sono state appaltate dalla società Costa Crociere, sotto il controllo del Dipartimento della Protezione Civile e degli istituti specializzati del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;
il 13 dicembre 2012, è notizia apparsa sulle agenzie e sulle edizioni online dei maggiori quotidiani nazionali della forte preoccupazione espressa dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sulle condizioni dello scafo del relitto: ancora adagiato nello spazio di mare antistante il porto del Giglio. In particolare si sottolinea la questione dei ritardi nelle operazioni di recupero e il corretto smaltimento di Concordia;
se i Ministri interrogati vogliano in primis rendere note le condizioni necessarie per garantire che l’effettiva rimozione e il ricovero del relitto avvengano in sicurezza e senza ulteriori danni per l’ambiente. Se non ritengano indispensabile chiarire le ragioni dei ritardi e quale sia attualmente lo stato dell’ecosistema marino dell’Arcipelago Toscano interessato dall’incidente di nave Costa . Quali azioni intenda altresì mettere in campo il Governo per accelerare la rimozione dello scafo, quali siano i tempi di realizzazione dei lavori e quando sarà completata la rimozione totale del relitto, auspicando fortemente che ciò avvenga prima dell’inizio della stagione estiva. Si chiede infine quali siano poi i tempi necessari per l’allestimento del cantiere di lavoro nel porto di Piombino, destinato ad accogliere il relitto, quanti fondi siano effettivamente necessari all’espletamento della rimozione e della messa in sicurezza della nave e che siano date chiare assicurazioni che i costi e i risarcimenti ricadano in via esclusiva sui responsabili del disastro della Costa Concordia.
Ermete Realacci e Raffaella Mariani (PD)