Col dibattito che si è scatenato dopo la vittoria del referendum a Rio, prima per rimarcare gli errori del referendum per il Comune Unico poi anche per guardare al futuro, mi son sentito, in qualità di principale bersaglio di detti attacchi, come le carovane dei pionieri in marcia verso il West che si dispongono in cerchio per difendersi dai continui assalti degli indiani delle varie tribù, in attesa dell’arrivo dei vari generali Custer in persona di Cheti Soldani, di Yuri Tiberto, di Alberto Giannoni e degli ultrà riesi Pino Coluccia Rossano Mancusi e Dante Leonardi. Che non è arrivato ma se non altro sul finale ha mandato un messaggio per una tregua armata in attesa di rimettere le armi e impiegare le risorse rimaste per avviare un discorso sul futuro che, con tutti i vecchi volontari del Comitato accorsi in mio aiuto, accettiamo volentieri.
Ebbene allora ipotizziamo il futuro ma partendo dal presente che ancora prevede con normative in vigore e altre come proposte di legge anche le cosiddette “fusioni a freddo“ oltre alle famose ed inattuate gestioni associate di almeno 10 servizi essenziali per comuni sotto 3000 che il nostro Andrea Ciumei ci dice concordate con la Prefettura come inattuabili all’Elba per mancanza di risorse e di personale e, io aggiungo, anche per mancanze di prefettizi da commissariare per darne esecuzione.
Ma il GAT funziona a detta di tutti i comuni elbani coinvolti, a parte l’avvio tempestoso per tariffe, ripartizioni e destinazioni dei proventi e comporta un buon gettito che solleva le esauste finanze di quasi tutti i comuni elbani in settori importanti della loro attività: e allora perché non fondersi per ottenere i lauti finanziamenti regionali e statali previsti e cominciare a considerare anche i relativi risparmi conseguenti in spese di personale, di servizi, di indennità agli amministratori, di miglioramento di servizi come ad esempio quello tributario che, da una parte, porterebbe alla riduzione di tasse e dall’altra, a maggiori introiti per l’aumentata efficienza.
Si dice che non si possono sommare mele con pere perché l’Elba è divisa “in partes tres“ come diceva Cesare della Gallia che però unificò fino a farla diventare una grande potenza che con l’Asterix dei nostri fumetti insidiò la potenza di Roma e come del resto fece Napoleone che nel poco tempo del suo impero isolano riunificò tutte le mairies elbane in una sola a Portoferraio.
Mi si dirà che erano dittatori e che non erano certo esempi di democrazia ma noi abbiamo gli strumenti di democrazia per esercitare queste ipotesi di soluzioni e l’esempio tipico è quello di Rio anche se qualche nostalgico si appella ancora alla Regione perché questa prova di democrazia non la ratifichi.
E allora vengano pure le tre piccole patrie, una del versante occidentale, una del versante orientale, già avviata e una al centro, già accennate da Ciumei e Bulgaresi (anche se non si sa ancora dove collocare Porto Azzurro e Capoliveri) ma si avviino i processi perché come ricordavo prima, c’è sì ora la legge per i piccoli comuni che comunque non contrasta con quella per le fusioni, anzi le potenzia, perché per esempio Rio Elba e Rio Marina insieme non superano i 3 000 abitanti, c’è sì la tregua all’Elba per le gestioni associate dei 10 servizi essenziali, ma ci sono anche in itinere, sempre nell’ambito della “spending review" le cosiddette “fusioni a freddo“ che come il divieto di fumo nei locali pubblici, l’obbligo della cintura di sicurezza in macchina e recentemente l’obbligo dei vaccini o dell’assistenza ai minori all’uscita delle scuole, potrebbero prescindere dal voto dei cittadini e dai referendum.
Gabriele Orsini