Un bando comunale fuori mercato (chiesti 18 mila euro annui per un periodo minimo di 10 anni, quando un bar in Calata si affitta a 2-3 mila euro al mese) con lavori da fare, ancorchè in parte scomputabili dalla locazione, sta ottenendo il risultato della fuga dei soggetti che, per 10 anni, hanno garantito (e investito) sulla promozione delle eccellenze enogastronomiche del territorio: i produttori vitivinicoli elbani e Slow Food.
Nei giorni scorsi infatti il Consorzio Elba Doc, in assenza di chiarezza sul futuro, ha ritirato le vetrinette di proprietà che arredavano il corridoio di ingresso all' Enoteca, azione ventilata in una lettera dell' aprile scorso ignorata dal Comune; analogamente ha fatto l'Associazione Slow Food per le attrezzature acquistate durante la propria gestione.
Come par di capire dall'interpellanza presentata al Sindaco dall'opposizione consiliare PD, a tutt' oggi nessuna 'manifestazione di interesse' all'onerosa gestione sarebbe pervenuta al Comune circa la “...concessione di spazi all' interno delle fortezze medicee e gestione attività di ristorazione ed intrattenimento”.
Una definizione, quella contenuta nella determina dirigenziale, che non dà nessuna garanzia di continuità all’attività di promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali come attività prevalente, quando invece fu proprio questa la ratio dei cospicui finanziamenti pubblici che portarono, dieci anni fa, all'apertura dell'Enoteca delle Fortezze, luogo di importante iniziative tra cui l'ottenimento della DOCG per l' aleatico dell'isola. Giovedì mattina se ne parlerà in Consiglio Comunale.
cr