Non c’è due senza tre. Sembra proprio che il nostro buon Sindaco abbia voluto confermare questa banale e spesso amara sentenza proverbiale. Sono passati, è vero, solo una quarantina di giorni dalla terza lettera aperta in cui gli chiedevamo di dirci da dove dovrà passare la strada autonoma del PEEP che ha promesso, ma, a dire il vero, la stessa domanda gliela avevamo già posta tre volte (la prima il 1 luglio, in una lettera non pubblica, dal Consorzio al Comune) .
E’ ormai irragionevole sperare che si smuova da questo suo pervicace silenzio, che non sappiamo interpretare. E’ qualcosa di simile all’ostinato mutismo d’un bambino che, travolto dagli eventi, si chiude in se stesso come ultima difesa o ricorda piuttosto l’atteggiamento sdegnoso d’un sovrano, che ignora il chiassoso pigolìo dei sudditi?
Sia come sia, non è psicanalizzando le reazioni (o, per meglio dire, le non reazioni) del Sindaco che verremo a capo di questa situazione. Vediamo piuttosto di capire come siamo arrivati a questo punto. La matassa, avvertiamo i lettori, è parecchio intricata e la lettura richiede pazienza. Pochi di voi, temiamo, arriveranno in fondo.
Il Piano PEEP Sghinghetta, dopo un lungo e travagliato iter progettuale arriva finalmente ad essere approvato nel novembre 2008. Nel 2009 ha inizio il procedimento per l’assegnazione delle aree a seguito di Gara Pubblica, che avviene nel 2011.
Da allora avrebbero dovuto essere completati gli espropri e le assegnazioni definitive delle aree, cioè il Comune avrebbe dovuto acquisire tutti i terreni e rivenderli allo stesso prezzo agli impresari cui erano stati assegnati i vari lotti. E’ in questa fase che il meccanismo comincia a non funzionare. Il momento non è propizio, la crisi si fa sentire, alcuni dei potenziali assegnatari dei lotti da edificare temporeggiano o si ritirano , sono pronti a partire solo due, Valdidenari Srl e Cooper Isola d’Elba Scrl. Sia la Valdidenari Srl (Amm. Unico Sig.ra Ferrini Carla) che la Cooper Isola d’Elba Scrl (Amm. Delegato Sig. Franco Lotano, marito della Ferrini Carla) utilizzano come impresa costruttrice la Ferrini Costruzioni del Sig Ferrini Riccardo (fratello della Ferrini Carla).
Si dice (ma non vi è nessuna documentazione al riguardo) che Il Sig. Ferrini, ritenendo di interesse prioritario per la sua attività poter procedere all’edificazione dei due lotti, si sia dichiarato allora disponibile ad accollarsi tutti gli oneri di urbanizzazione primaria, anche quelli relativi ai lotti non ancora assegnati, che avrebbe potuto poi esigere dagli assegnatari futuri.
Le cose però procedono a rilento, gli espropri non si definiscono, anche laddove non ci sarebbero problemi per concludere un accordo bonario il Dirigente Parigi versa solo un acconto al proprietario da espropriare. Non si tratta, a ben vedere, di un comportamento estroso e irrazionale, dovuto magari al fatto che il nostro tecnico è un architetto e gli architetti, si sa, un po’ artisti sono. La faccenda è molto seria e molto concreta, e trae origine dal piano strutturale redato dalla Giunta Ageno nel 2002, a seguito del quale il valore dei terreni probabilmente edificabili è cresciuto rispetto a quello, non irrisorio ma comunque molto basso, che avevano come terreni agricoli e, in proporzione, è aumentato l’importo delle tasse (prima ICI poi IMU) che i proprietari devono pagare.
Differenti punti di vista da parte del Dirigente Area 3 ed altri uffici del Comune rendono più difficile l’iter degli espropri. L’Architetto Parigi non è certo, almeno in questa fase, l’unico artefice né l’unico responsabile di questa intricata situazione. Si arriva così in prossimità delle elezioni e niente ancora è stato definito. Se gli espropri dei terreni fossero stati completati, il Comune , cedendoli agli assegnatari, avrebbe dato attuazione alla pianificazione, mentre seminando preliminari senza risultato si creavano problemi alla stessa pianificazione, alla Giunta e ai cittadini. Per questo motivo, prima che i giochi fossero chiusi, pare (non abbiamo documentazione ufficiale al riguardo) che il segretario Dott.ssa Bisogno abbia ritenuto dover sottoporre il dott. Arch. Mauro Parigi ad un procedimento di messa in mora per una cifra, si dice, rilevante.
Con l’ingresso in scena della nuova Giunta Ferrari il ruolo di dirigente dell’Area 3 non è più dell’Arch. Parigi, cui è succeduta L’Arch. Silvia Fontani. Mentre delle grandi opere previste per il progetto di riqualificazione dell’Area portuale non si sente più parlare, si riaffaccia invece la vicenda del PEEP Val di Denari.
Nel dicembre 2014 l’impresario Ferrini si presenta al Segretario Dott. Pinzuti, per concordare i termini di una Convenzione che permetta, prima della scadenza dei termini, di rendere effettivo il Permesso a Costruire già redatto in data 18/11/2013 dall’Arch. Parigi.
Tralasciando qui le vicende del Segretario Dott. Pinzuti (che a seguito di quell’incontro venne accusato di truffa e scacciato, mentre poi in tribunale venne assolto con formula piena), una volta ottenuta la Convenzione il Signor Ferrini, per conto della Valdidenari Srl, avrebbe dovuto por mano alle opere di urbanizzazione primaria (strade, acqua potabile, fognatura, elettricità) che, in un iter normale, avrebbe dovuto aver consegnato prima di realizzare gli immobili.
Le clausole contenute nel Permesso a Costruire lo obbligavano a terminarle entro novanta giorni, pena la nullità del Permesso stesso, per cui gli edifici eventualmente costruiti senza averle completate sarebbero risultati abusivi. Il Comune però, per parte sua, avrebbe invece già dovuto procedere all’acquisizione delle aree necessarie, o attraverso accordi bonari o attraverso espropri. Avrebbe contemporaneamente dovuto cederle agli assegnatari all’incirca allo stesso prezzo, e l’utile che sarebbe derivato da questa transazione sarebbe stato costituito dall’insieme delle opere di urbanizzazione, che, realizzate a seguito di questa operazione, avrebbero rappresentato un valore per la comunità.
Se per arrivare alle nuove case ci sono belle strade asfaltate, ampi marciapiedi, giardinetti e parcheggi, anziché uno sterrato pieno di buche e sterpaglia, è un bene per tutti. Per motivi per noi inspiegabili il Comune non ha proceduto in quella fase ad elaborare e ad approvare una Variante al PEEP, come la Dirigente dell’Ufficio Tecnico Dott. Arch. Silvia Fontani aveva espressamente raccomandato, per uscire da quell’impasse.
Se anche si vuole ascrivere questo mancato intervento alla fase di avvicendamento al vertice dell’Area 3 , l’ Arch. Parigi, tornato a rivestire il ruolo di Dirigente subentrando all’Arch. Fontani sul finire del 2015 , non ha allora e non ha ancora oggi portato a termine gli espropri (è di poco tempo fa l’articolo, apparso su Elbareport, degli eredi Lambardi a questo proposito) ed ha via via continuato a condurre una sorta di “campagna acquisti” a rate, sotto forma di anticipi, per lo più senza arrivare a definire e formalizzare queste acquisizioni.
Questa pratica, secondo lo stesso Comune, come aveva affermato nella Delibera di Giunta del 27/04/2016 e nella Delibera di Consiglio del 30/04/2016, ha prodotto e continua a produrre un evidente danno erariale. Risulta dannosa anche per i soggetti espropriandi perché, come abbiamo già detto, pur senza aver ricevuto le somme dovute per l’esproprio, si trovano via via a pagare tasse molto più alte per i loro terreni divenuti edificabili. Questa pratica, però, ha fatto sì che il Sig. Ferrini non possa di fatto a tutt’oggi procedere a realizzare la strada autonoma prevista per il PEEP, se il Comune non procede ad espropriare i terreni da cui dovrà passare. Un ulteriore complicazione di questa già intricata vicenda si è prodotta con l’ “Atto di indirizzo”, frutto di una deliberazione di Giunta del 08/09/dello scorso anno.
Mentre ancora si costruivano alloggi PEEP, poco più di un mese dopo aver concluso l’accordo per uno dei terreni da espropriare sempre a fini PEEP (quello di proprietà della Sig.ra Mortula), il Comune faceva sapere che il tempo del PEEP era finito e che si stava pensando a nuove soluzioni per quelle aree. In quell’Atto si dava anche mandato al Dirigente Area 3, che aveva già elaborato una proposta di variazione in tal senso, presente in allegato, di procedere per una Variante di Piano ma la cosa, ad oggi, non ha avuto seguito. La Variante, dopo un anno, non si è vista, e tutto è andato avanti a suon di Determine che, per quanto autorevole possa essere il Dirigente che le emette, non possono legalmente essere in contraddizione con un Piano Urbanistico già esistente.
In ogni caso, par di capire, non ci si vuol più occupare di edilizia “popolare” ma di edilizia libera, a carattere speculativo. Ma, prima di cambiare le carte in tavola, tutte le ditte che erano in graduatoria per il PEEP sono state sentite? Nella documentazione da noi chiesta al Comune abbiamo trovato solo alcune lettere di rinuncia, ma in graduatoria c’erano una dozzina di imprese. Hanno tutte formalmente rinunciato?
A questo punto che fine fanno gli espropri non conclusi, per cui sono stati spesi sostanziosi anticipi? Che diritto avrebbe poi il Comune, in questa situazione, di portare a compimento degli espropri di terreni, per di più a prezzo agevolato, se poi quei terreni devono essere destinati ad edilizia privata speculativa?
Chi trae vantaggio da questa situazione? Non il Comune, che vede giorno per giorno peggiorare la cassa, non i proprietari da espropriare, che con questo stillicidio di anticipi rischiano di spendersi via via in tasse, come proprietari di terreni edificabili, l’ammontare che sarebbe spettato loro per l’esproprio, non gli acquirenti dei nuovi alloggi, che si ritrovano con una situazione ben diversa da quella prevista dal progetto (senza strade, marciapiedi, verde pubblico..), uno stato di cose che non dovrebbe consentire nemmeno una dichiarazione di abitabilità (quindi magari niente mutuo), non noi del Consorzio, che ci siamo ritrovati con un passaggio di enormi camion su una strada larga tre metri, via via sconquassata da questo traffico improprio e in procinto d’essere intasata dall’afflusso dei nuovi abitanti, ed infine, ultima in questo elenco ma prima in ordine ai diritti che le sono stati calpestati, la comunità civile di Portoferraio tutta a cui è stata sottratta la realizzazione di quelle strade, marciapiedi, giardini e parcheggi che sarebbero stati un bene collettivo .
Chi trae vantaggio da questa situazione?
A pensar male, diceva Giulio Andreotti, si fa peccato ma spesso ci s’azzecca. Noi qualche pensierino cattivo ce l’avremmo, ma, per ora, ce lo teniamo per noi.
Il Consorzio Strada Vicinale di Val di Denari