Lo scorso mese di novembre il Presidente della Giunta regionale Rossi ci ha fatto sapere che la nostra Regione si è piazzata al primo posto tra le Regioni “benchmark” 2018. Non avendo molta dimestichezza con la lingua inglese ho chiesto aiuto ad un dizionario, mi sono documentato ed ho alla fine scoperto che sono “brenchmark” solo quelle Regioni che vengono prese a riferimento per la valutazione dei servizi sanitari offerti da tutte le altre e per la ripartizione dei finanziamenti statali. Questo non può farci altro che piacere.
Non conosciamo i criteri usati dal Ministero della salute per l’attribuzione di un tale prestigioso riconoscimento, ma sarebbe interessante sapere se sia stato anche tenuto conto di come ciascuna Regione gestisce la sanità nelle sue aree più periferiche (montane o insulari). E per quanto concerne la Toscana come questa assicura l’assistenza sanitaria a chi risiede in un’isola come la nostra con i suoi quasi 30 mila abitanti e con la sue presenze turistiche.
Da tempo, all’Elba si sta assistendo, purtroppo, ad un vero e proprio “impoverimento” del presidio ospedaliero. Solo alcuni esempi.
Anni addietro avevamo un reparto di ortopedia con un primario e 4 aiuti che garantivano una assistenza 24 ore su 24 ed anche interventi di una certa complessità. Negli anni ’90 e fino al 2010, ad esempio, si impiantavano protesi e veniva eseguito qualunque intervento di traumatologia. Quel periodo è definitivamente tramontato. L’ortopedia praticamente non esiste più. Oggi gli ortopedici fissi sono ridotti da 5 a 1.
Lo stesso discorso si può fare per la pediatria. Avevamo 4 pediatri. Ora ne abbiamo solo uno, fisso e residente. Un altro pediatra ci è assicurato con medici che vengono da Piombino, Cecina, Livorno e Pisa, naturalmente quando il mare in canale lo permette. Anche se si tratta di personale medico validissimo, è indubbio che è venuta a mancare la continuità assistenziale, per cui i bambini che hanno bisogno di cure e i loro familiari non hanno più punti di riferimento. Insomma anche nel reparto di pediatria siamo andati indietro e alla grande.
Una volta una colonscopia o una gastroscopia venivano effettuate da un chirurgo del nostro nosocomio. Sostituito per un breve periodo da una valida dottoressa, dopo la sua dipartita, la situazione è peggiorata. Viene un medico dagli altri ospedali della Provincia, dalla “rete” come si suol dire, una volta alla settimana che effettua, in orario di lavoro, due/tre prestazioni e poi, al fuori dell’orario di lavoro continua le visite come libero professionista al prezzo di 180 euro!
Il servizio di elisoccorso ha notevolmente aumentato i propri interventi. In estate il Pegaso lo abbiamo visto arrivare anche due volte in un giorno. Fino a qualche anno fa questo non succedeva. Salvo casi particolarmente gravi.
La Regione, certo, fa bene ad assicurarci qualità e sicurezza nelle prestazioni che richiedono una particolare specializzazione. Nulla da obiettare. Ma si ha l’impressione che certi trasferimenti in continente avvengano non perché ci sia bisogno di una specifica e più qualificata assistenza, ma solo perché all’interno del nostro ospedale non si sono mantenute o non si vogliono creare le condizioni necessarie, in termini di personale e di attrezzature, per poter evitare il soccorso dell’elicottero.
Nella notte di domenica scorsa un anziano infartuato è stato trasferito d’urgenza a Livorno. Non con il Pegaso e neppure mediante una motovedetta della Capitaneria per le condizioni meteo avverse, ma con un elicottero della Guardia costiera di Sarzana. Non so se il paziente era in condizioni tali da rendere obbligatorio il suo ricovero nell’ospedale labronico. Ma so che nel nostro abbiamo solo un cardiologo fisso. A Piombino di cardiologi ne hanno 7! Come possa funzionare bene la cardiologia non riesco a comprenderlo. Da Piombino una autoambulanza impiega senz’altro meno di un’ora per raggiungere Livorno o Grosseto. Quell’anziano, sfortunato che vive all’Elba, è stato ricoverato nel nostro ospedale poco prima della mezzanotte di sabato e l’elicottero della Guardia costiera è partito da Portoferraio dopo ben 4 ore!
I trasferimenti in continente comportano per i familiari un notevole sacrificio economico e non solo. E nessuna legge regionale prevede, almeno per le famiglie che vivono in condizioni economiche disagiate, rimborsi per spese di viaggio e soggiorno a Firenze, a Pisa o a Livorno.
Ma la nostra Regione è la prima tra quelle “brenchmark”. Dobbiamo esserne felici. Che vogliamo di più?
Giovanni Fratini