Le reazioni elettoralistiche sulla chiusura del tribunale all'Elba sono paradossali: le destre e il PD renziano si rinfacciano responsabilità su una vicenda che smantellerà – aumentando i costi già alti - servizi sociali e pubblici che dovrebbero essere garantiti agli elbani, ma non vanno oltre la propaganda elettorale e cercano di attribuirsi colpe che sono comuni.
Destre e PD in questi anni hanno avuto responsabilità di governo nazionale e locale, ma non hanno saputo e voluto invertire la tendenza allo smantellamento e ridimensionamento dei servizi pubblici e sociali dell'Elba, scambiandosi il ruolo di protesta quando erano all’opposizione e di “tagliatori” quando erano al governo, ma facendo agli elbani – con i loro parlamentari e sottosegretari - le stesse promesse subito dimenticate.
E’ davanti agli occhi di tutti che destre e PD non hanno potuto e voluto fermare il lo smantellamento e il peggioramento dei servizi essenziali, perché l’orizzonte politico di entrambi erano da un lato l'austerità e i tagli per i servizi pubblici e sociali e dall'altro la liberalizzazioni e la privatizzazioni, che ora nascondono nei loro irrealizzabili programmi populistici, senza mai mettere in discussione il sacro mantra del "meno stato, più mercato, più privato", fino ad arrivare alla bufala della Flat Tax di Berlusconi che scimmiotta Trump, a tutto vantaggio dei più ricchi e che porterebbe al collasso della sanità pubblica, della scuola, della giustizia e di ogni tipo di solidarietà sociale garantita.
L'Elba, come altri territori periferici, montani e insulari, ha pagato e sta pagando duramente questa politica neoliberista e anche in un territorio non certo povero come il nostro aumentano i fenomeni di esclusione e riduzione dei diritti di cittadinanza: dal lavoro alla salute, dall’istruzione alla previdenza, dalla mobilità all’accesso alla giustizia.
Chi finora si è succeduto al governo continua a fare le solite promesse e la solita propaganda elettorale e col solo scopo di strappare o mantenere un seggio alla Camera o al Senato.
Negli ultimi anni, dopo l’esaurirsi dell’esperienza dell’Ulivo, l’alternanza non c’è stata perché le politiche delle Destre e del PD erano le stesse. Ci sarà un cambiamento, anche per la giustizia e per il suo funzionamento, solo se i cittadini con il loro voto rimetteranno al centro il ruolo attivo ed estensivo alle istituzioni democratiche, all'intervento pubblico, allo Stato sociale, una politica fiscale giusta e progressiva, quale vera e fondamentale garanzia per i diritti di cittadinanza delle piccole comunità e degli elbani. Come dimostra il fallimento delle politiche neoliberiste che hanno dominato la scena politica, Il diritto al lavoro, alla giustizia, alla salute, all'istruzione, alla previdenza, alla mobilità, che, non possono e non devono essere affidate al mercato, perché sono diritti dei cittadini, di tutti e non per pochi.
Liberi e Uguali lavorerà perché, dopo il 4 marzo, si possano creare le condizioni politiche e parlamentari per questa svolta nel Paese, la sola dalla quale potrà venire una risposta nazionale ai problemi dell'Elba.
Partiamo dal nostro programma per 'La giustizia uguale per tutte e tutti':
Il problema principale della giustizia è quello dell’efficienza e della produttività.
È indispensabile procedere al completamento della informatizzazione dei processi in ogni ambito e settore e fare in modo che lo sviluppo della macchina giudiziaria proceda a pari passo con l’innovazione tecnologica. Andrebbero poi predisposti piani per l’adeguamento del personale secondo almeno la media comparata degli altri Stati dell’Unione Europea, con conseguenti piani di adeguamento (non di rottamazione come si vuole fare all’Elba) delle strutture giudiziarie.
In tema di processo civile occorre ridurre la lunghezza dell’istruzione della causa, assicurando tempi certi e celeri per l’emissione della sentenza. Anche in tema di giustizia penale fondamentale è il problema della durata dei processi, da affrontare ponendosi l’obiettivo di avere una sentenza nel tempo più breve possibile, avere una sentenza giusta, avere una certezza dell’effetto risarcitorio e/o riabilitativo della condanna, recuperando la funzione rieducativa della pena e rafforzando le misure alternative.
È essenziale intervenire sulla tracciabilità dei pagamenti per contrastare i molteplici reati dalla corruzione al riciclaggio anche valutando la reintroduzione di una soglia più bassa all’uso del contante. La lotta alle mafie deve essere una priorità e va continuamente alimentata, stante l’ampiezza delle infiltrazioni e la loro ramificazione non solo nazionale. Da questo punto di vista educare i giovani alla legalità rappresenta un impegno prioritario. Il regime del carcere duro per i mafiosi che mantengano un rapporto con i propri territori d’influenza non va mitigato e vanno tutelati i testimoni e i collaboratori di giustizia nei processi di mafia.
È urgente un intervento sul sistema carcerario e una riforma dell’ordinamento penitenziario per garantire il rispetto della dignità della persona, anche quando detenuta. Il numero di suicidi in carcere è un dato che non può essere più ignorato.
Va modificata la normativa, pur approvata dal nostro Parlamento di recente, sul delitto di tortura secondo le indicazioni che ci provengono dall’ONU e dagli organismi europei.