«Rimaniamo sconcertati nel leggere le polemiche, soprattutto quelle di natura umana, nate intorno alla iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Portoferraio di intitolare la piazzetta antistante il municipio della città alla memoria di Giovanni Ageno, medico e sindaco portoferraiese, deceduto nel febbraio 2005 dopo una vicenda giudiziaria conclusa con la sua assoluzione per insussistenza dei fatti». A parlare sono Stefano Mugnai, coordinatore regionale di Forza Italia, e Claudio De Santi, già sindaco di Rio nell’Elba, oggi politico di riferimento del suo partito per il territorio dell’isola.
«Ritengo che quanto sta accadendo sia una forma di sciacallaggio politico inaccettabile – dichiara Stefano Mugnai – siamo in presenza di un atto dovuto nei confronti di Giovanni Ageno, della sua famiglia e di tutte le persone coinvolte in quella scellerata vicenda giudiziaria che si concluse con una assoluzione per non aver commesso il fatto, oltretutto senza che la Procura ritenesse di dover ricorrere in Appello. Chiedo quindi il dovuto rispetto a tutti gli attori della politica locale, regionale e nazionale, per evitare strumentalizzazioni su una vicenda che altro non è se non un risarcimento morale, pur tardivo, nei confronti di una persona che ha pagato il proprio impegno politico e civile con una forma di violenza mai vista in precedenza».
«Il mio pensiero va soprattutto alla famiglia di Giovanni Ageno – aggiunge Claudio De Santi – alla moglie e al figlio Nicola, mio stimato collega, negli occhi del quale ancor oggi rivedo il dolore di quei giorni. Ritengo vergognoso che certi personaggi della politica locale possano pensare di rimettere in piazza, per motivi che non sono altro che biecamente politici, la violenza di quei giorni nei confronti di un galantuomo che tanto ha fatto, da medico e da sindaco, per la sua città. Invito quindi tutti a fare un passo indietro e a rispettare serenamente la decisione dell’amministrazione comunale di Portoferraio, che bene ha fatto a riconoscere la dovuta considerazione verso Giovanni Ageno, per lasciare imperituro ricordo di quella triste vicenda».