Caro Presidente, ti scriviamo questa lettera aperta per sapere qual è il percorso intrapreso dal Parco nazionale dell’arcipelago toscano per alleggerire i vincoli previsti dalle norme tecniche d'attuazione del Pnat sull'area di Cala Seregola.
Sono previsioni risalenti al 2010 e la loro modifica permetterebbe di raggiungere un duplice obiettivo:
1) recuperare quei fabbricati pericolanti attraverso il loro cambio di destinazione d’uso;
2) la sistemazione e la rigenerazione ambientale dell’ex cantiere manomesso e compromesso dalle lavorazioni minerarie.
Un’operazione che ci avvicinerebbe alle migliori esperienze europee dove l’attività immobiliare si concentra per lo più sulla riqualificazione dei cosiddetti “brownfields”, evitando così nuovo consumo di suolo.
Siamo consapevoli del periodo di stallo vissuto dall’Ente parco nell’attesa della tua riconferma, tuttavia i cittadini hanno il diritto di conoscere cosa fa il Parco nazionale per favorire il riutilizzo o la trasformazione di questo sito privo d’interesse storico e di meritevoli testimonianze di archeologia industriale. Come ben sai trattiamo di manufatti pieni di pericoli che degradano sull'omonima spiaggia. In definitiva si tratta di un’area che non ha senso lasciare in queste condizioni.
Rimaniamo in attesa.
Circolo PD di Rio Marina e Cavo