In una nota del Comune di Portoferraio si legge:
Il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari , insieme ad una delegazione della sua Amministrazione Comunale si è recato nella mattinata di sabato 24 marzo, in occasione del 74.mo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, a rendere onore alla lapide in memoria di Ilario Zambelli, marinaio elbano medaglia d’oro al valor militare e vittima in quella occasione delle truppe di occupazione tedesche.
“La strage delle Fosse Ardeatine – ha ricordato il sindaco Ferrari - insieme agli altri avvenimenti che la hanno preceduta, è uno dei momenti più bui e controversi della Seconda Guerra Mondiale. La nostra cultura e la nostra formazione cristiana ci impongono, come del resto abbiamo sempre fatto, di ricordare tutte le persone che si sono sacrificate per la Patria, senza alcun distinguo, indipendentemente dal loro ruolo e dalle motivazioni che hanno portato alla loro morte”.
“Abbiamo ritenuto di compiere questo gesto di ricordo senza annunci e senza inviti pur nella ufficialità di una breve cerimonia – ha aggiunto Mario Ferrari – per evitare strumentalizzazioni politiche, memori di quanto accaduto recentemente e in maniera disdicevole a livello nazionale nella campagna elettorale per le elezioni politiche appena concluse. Purtroppo, le polemiche apparse a firma di qualche consigliere comunale pochi minuti dopo la cerimonia sui social media ci impongono di ricordare alcuni particolari: a chi ci rimprovera di non avere coinvolto le minoranze consiliari in questa iniziativa, rammentiamo appena quanto accaduto in occasione delle celebrazioni della Commemorazione delle Forze Armate lo scorso 4 novembre, quando i rappresentanti della minoranza consiliare di Portoferraio disertarono totalmente la cerimonia. Potremmo citare anche altri episodi precedenti, ma ci fermiamo qui, invitando i cittadini al rispetto dei nostri caduti, tutti, e delle istituzioni”.
Mario Ferrari
Singolare modo questo di un sindaco di rendere omaggio ad un Martire della Resistenza (parola invisa a lei ed alla sua truppa) da riuscire a scrivere un articolo di una pagina senza usare i termini storicamente propri di Resistenza e Liberazione del Nazifascismo, ed in più, di trincerarsi dietro un farisaico cristianesimo di facciata, per riproporre una antistorica equivalenza tra quelli (come Zambelli) che donarono la loro vita per liberare l'Italia e gli aguzzini (tedeschi ed italiani) che lo condussero a morte.
Il generale rispetto dovuto a chi è deceduto non autorizza a dimenticare che è diverso morire per una giusta e nobile causa da perdere la vita come sicari di un regime sanguinario. I torturatori di Zambelli e milioni di altri esseri umani, i venduti ai nazisti, non morirono per la Patria per la democrazia e per la libertà, ma CONTRO.
I distinguo vanno fatti e come, caro sindaco, sono il sale della democrazia, pacificare non vuol dire dimenticare, e la strumentalizzazione politica, di cui accusa gli altri, gronda dalle sue parole, dai suoi gesti, dal suo agire.
E' semplicemente vergognoso definire "controversi" fatti acclarati da un giudizio "tombale" che è fondamento della Repubblica, di cui la fascia tricolore che indossa e ostenta è simbolo, cerchi di ricordarsene se ne è capace.
Sergio Rossi