Per avere un’idea della campagna elettorale del Pd a Pisa e in Toscana vorrei partire da questa sconcertante sortita che non ha precedenti nelle pur numerose campagne elettorali cittadine. Non era mai accaduto, infatti, - posso testimoniarlo, avendo gestito parecchie campagne elettorali a Pisa- che la Federazione ( ìuna volta si chiamava così) contestasse pubblicamente e in piena campagna elettorale, le posizioni del Comitato cittadino, tanto da farlo sparire di scena dimissionario. E non parliamo poi dei candidati comparsi e scomparsi come neve al sole, ex rettori che di colpo li trovi in prima fila, nel senso che il grado di candidabilità venne addirittura misurata sulla base della fila occupata in un dibattito con Renzi alla Leopolda. Poi ex ministre e parlamentari scomodi costretti a uscire di scena, un sindaco che conclude la sua stagione facendo una sua campagna elettorale contro suoi assessori. Inviati dal Pd di Roma fino al sindaco di Prato che decidono per noi. Solo sul piano regionale il Pd è riuscito in operazioni altrettanto brillanti come abbiamo visto domenica a Siena e Massa.
Se nel governo locale abbiamo fatto fiasco dovremo ora misurarci in una opposizione che ha bisogno di un partito serio e credibile non di una combriccola litigiosa.
Personalmente avevo cercato in vari modi di dare una mano a riprendere una nostra presenza soprattutto sui temi ambientali, ma in Federazione avevano altro a cui pensare. Ora che questi problemi impazzano in Italia come in Toscana e pure a Pisa, avremo tempo e modo di combinare finalmente qualcosa?
Dovremo deciderlo noi o dobbiamo avere il consenso del sindaco di Prato o di qualche inviato da Roma?
Renzo Moschini