Si sono concluse le consultazioni tra gli iscritti al PD per il congresso regionale che hanno sancito in maniera chiara la fine di una stagione con molte ombre e hanno dimostrato che il Partito Democratico è finalmente tornato contendibile.
Ma naturalmente, invece di cogliere le note positive di questo importante passaggio, in Val di Cornia non si è persa, anche stavolta, l’occasione per dividere. Per creare squadre e tifoserie.
Come se non fosse bastato un congresso lampo, (contestato aspramente da Valerio Fabiani e da molti segretari provinciali) dove non si è riusciti a parlare di politica ma solo a mettere in piedi una nuova conta, i sostenitori della mozione Bonafé alzano il tiro mettendo in luce dati parziali e bocciature farlocche della precedente gestione della Federazione. Riportando cioè qualsiasi discussione politica sul futuro del nostro Partito e della nostra regione a un mero fatto personale. Una vicenda senza contenuti e una domanda irrisolta: c’é bisogno di un cambio di passo del nostro Partito in Toscana oppure no? Per fornire una risposta si sono inventati un artificio che resterà nella storia: “discontinuità nella continuità”. Memorabile.
Per chiarezza infatti i Bonafeiani della prima ora, dimenticano a Piombino di parlare del Circolo di Salivoli dove Fabiani ha praticamente doppiato Bonafé (113/61), dimenticano quindi di dire che a Piombino c’è stato un sostanziale pareggio nei tre circoli cittadini. Oppure dimenticano di parlare del circolo di Campo nell’Elba, storicamente vicino all’ex segretario della Federazione, al quale è stato sostanzialmente impedito di celebrare il congresso, prima per un errore organizzativo del garante (assolutamente di fede Bonafeiana, e ci mancherebbe!) e poi per la fiscalità senza precedenti della rappresentante territoriale di garanzia (Bonafeiana di comprovata fede) che ha impedito perfino un gazebo in piazza in assenza di una sede disponibile. Suscitando anche le ironie e lo scherno del delegato agli enti locali della Segreteria della Federazione (Bonafeiano prima maniera) che scrive su Facebook: “Congresso saltato! Poco male tanto non avrebbero spostato niente”. E avanti con faccine irridenti. Perché, per lui, a questo “servono” gli iscritti. È abituato molto male.
In Val di Cornia-Elba infatti, la gestione del congresso non è stata collegiale come si converrebbe ma è stata appaltata esclusivamente ai rappresentati della mozione Bonafè, senza neanche una riunione organizzativa del Partito, a dimostrazione che l’unità tanto sbandierata non è altro che uno slogan vuoto e nulla più.
A riprova di questo basterebbe citare le dichiarazioni del mite fratello del consigliere Regionale del territorio (anch’egli Bonafeiano di ferro, manco a dirlo) che invita Valerio Fabiani a ritirarsi dalla contesa per il congresso. Nientedimeno. Perché questo è il suo concetto di pluralismo e di apertura del Partito (di innovazione): una comunità di persone dove chi non è allineato perfettamente deve andarsene, possibilmente alla svelta. O tacere.
Forse non sono state sufficienti le numerose batoste in giro per la Toscana per capire che questa è la strada sbagliata, che non c’è vittoria che non passi tramite il coinvolgimento di tutti, dentro il Partito e fuori, in tutto il variegato mondo del centro sinistra. Forse per queste persone dovremo perdere anche il Comune di Piombino e la Regione Toscana per recepire il messaggio, con annessi consiglieri regionali.
Per noi invece basta così.
Basterà che il 14 ottobre prossimo tutto il popolo del centro sinistra dia una svolta netta al Partito Democratico della Toscana cambiandone la guida e facendolo tornare una comunità di donne e uomini che prima di tutto si rispettano tra di loro, pur nelle differenze.