Il Partito Democratico elbano si sveglia da un lunghissimo torpore, che lo ha visto silente su molte tematiche strategiche per l’isola, producendo un documento sulla sanità che è un coacervo di concetti confusionari e casuali che dimostra come, probabilmente, il documento della Conferenza dei Sindaci a guida Ferrari, non è stato letto o, in caso contrario, nemmeno lontanamente compreso.
Fin dall’introduzione viene messa in discussione quella che per i piddini era l’idea che dominava il progetto, cioè “la realizzazione completa del concetto di rete aziendale attraverso la formazione di èquipes mediche itineranti sul territorio con particolare riferimento alla sinergia tra gli ospedali di Piombino-Elba”, concetto che, come da loro stessi ammesso, era stato poi rivisto, dopo le numerose riunioni, anche in seno all’ultima Conferenza dei Sindaci, come naturale evoluzione di un normale confronto tra le parti.
E’ tuttavia singolare come il PD elbano metta in discussione quell’idea di rete aziendale che rappresenta il concetto cardine della politica sanitaria regionale, a guida Partito Democratico, e che è stato fortemente voluto dall’assessore Saccardi. Concetto di rete fatto proprio, in maniera ufficiale, anche dalla Federazione del Partito Democratico della Val di Cornia-Elba, laddove ogni documento programmatico espresso negli ultimi mesi in tema di sanità, non ha mai prescisso, anzi ha esaltato fortemente il concetto di rete che i piddini elbani, in un evidente stato di bipolarismo politico, sembrano rigettare, salvo poi riprendere con forza, una volta attraversato il canale verso il continente. Rete aziendale che, tralasciando pregiudizi ideologici che in tema di sanità non dovrebbero esistere, ha in realtà permesso di evitare che cadesse la scure su molti servizi sanitari soprattutto nelle zone periferiche, destinate, al contrario, alla soppressione, per i noti limiti imposti dallo sciagurato Decreto Balduzzi.
Che il PD elbano non abbia letto il Documento dei Sindaci lo dimostra nel passaggio in cui difende il mantenimento della Unità operativa Complessa della Medicina Generale che in realtà non è stata mai messa in dubbio, a conferma del grossolano tentativo di strumentalizzare, in maniera anche un po’ goffa, tale dibattito. La dimostrazione della scarsa, se non nulla, conoscenza della realtà ospedaliera elbana, appare ancora più evidente quando i piddini elbani chiedono la “concreta attuazione nel campo della specialistica, garantendo l'attività programmata per specialità come l'Oculistica, l'ORL, l'Urologia, la Reumatologia, la Pneumologia, la Cardiologia, per la quale si sollecita la procedura dell'avvio delle ore mensili aggiuntive”. Orbene, evidentemente il PD non è al corrente che le attività ambulatoriali delle prime tre discipline sono già presenti sull’isola proprio grazie alla rete aziendale. E che la Conferenza dei sindaci presieduta da Mario Ferrari aveva dedicato un lungo e fondamentale passaggio su questo tema, chiedendo di programmare e potenziare l’attività di sala operatoria per le suddette specialistiche predisponendo specifici protocolli per individuare la casistica di interventi programmabili per ciascuna di esse. Per quello che riguarda le specialità mediche la concertazione della stessa Conferenza dei Sindaci con l’Azienda sanitaria ha permesso l’attivazione dei servizi ambulatoriali di Pneumologia e Reumatologia (in precedenza assenti) e il fondamentale potenziamento della Cardiologia con l’assunzione di un nuovo cardiologo che ha notevolmente ridotto le liste di attesa, problema annoso, fin qui mai risolto. Non si comprende quindi il motivo per cui il PD dovrebbe richiedere l’attivazione di servizi già presenti, obiettivi raggiunto anche grazie all’impegno della Conferenza dei sindaci e all’istaurato rapporto collaborativo con l’azienda. E’ quindi davvero molto probabile che i rappresentati elbani del Partito Democratico elbano non conoscano l’attuale offerta dei servizi sanitari del nosocomio di Portoferraio e non abbiano evidentemente prestato troppa attenzione al documento che criticano con tale sicumera.
Il pressapochismo che caratterizza tutto il documento del PD raggiunge l’apice nella trattazione dell’argomento che riguarda il mantenimento della Unità Operativa Complessa di Chirurgia, che richiederebbe ben altra analisi e non un populistico quanto veloce cenno in cui si afferma semplicemente che “non si può prescindere dal mantenimento di tale servizio”. Il PD non sa (e se finge di non saperlo è molto peggio) che la riorganizzazione dell’Unità operativa Complessa della Chirurgia in Semplice era stata già decisa da tempo dall’Azienda, precisamente dal settembre 2017, quando aveva deliberato che il nuovo modello organizzativo chirurgico elbano sarebbe avvenuto al momento del pensionamento dell’attuale Direttore. Tale scelta, che è una riorganizzazione e non necessariamente un declassamento, partiva dall’assunto, anche condivisibile, della necessità di avere sull’isola una chirurgia che potesse operare interventi anche di maggiore complessità che richiedono inevitabilmente una casistica chirurgica che gli operatori sull’isola non potrebbero mai avere, per ovvi motivi. A prescindere dalla organizzazione della struttura, era fondamentale mantenere una valida equipe stanziale sull’isola, anche in termini numerici, che potesse assicurare gli interventi chirurgici in regime di urgenza ma che avrebbe indubbiamente beneficiato della presenza di chirurghi con maggiore esperienza, per la propria crescita professionale personale.
La Conferenza dei Sindaci, nella consapevolezza che un efficiente servizio chirurgico non può prescindere da un servizio di Rianimazione, aveva concertato la possibilità di istituire una Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione con 4 posti letti di High care/subintensiva, in aggiunta a quelli già presenti nell’area di alta intensità della Medicina, che avrebbe permesso una congrua risposta a quei casi in cui la complessità clinica richiede inevitabilmente una maggiore assistenza post-chirurgica, permettendo l’effettuazione di quegli interventi chirurgici complessi, o su pazienti particolarmente fragili che attualmente non possono essere eseguiti sull’isola, proprio per l’assenza di una struttura di tale livello e che dovranno necessariamente essere trasferiti in altra sede extrainsulare.
Come si può ben facilmente evincere, vi è una notevole differenza tra trattare argomenti con superficialità e scarsa conoscenza, solo per meri motivi politici e l’affrontare temi di enorme complessità, con competenza, mettendo da parte la convenienza politica, ma avendo, come unico obiettivo, il buon governo della propria comunità e l’esclusivo interesse dei propri concittadini. D’altro canto, il documento redatto dalla Conferenza dei Sindaci e criticato dal PD, è la sintesi di un anno e mezzo di lavoro caratterizzato da numerose riunioni e contatti sia con l’Azienda che con l’Assessore Saccardi, che ha mostrato di apprezzare il lavoro degli amministratori elbani.
Auspichiamo che il Partito Democratico elbano possa tornare a fare politica, avendo come obiettivo la crescita e lo sviluppo del nostro territorio, e che il giudizio, anche critico, possa passare per una dialettica costruttiva e non per raffazzonati documenti senza alcuna analisi tecnica valida, che dimostrano semplicemente che sta ricominciando il periodo elettorale, dove la sanità è di nuovo strumentalizzata a fini propagandistici, nel disinteresse della collettività che vorrebbero amministrare.
Gianluigi Palombi, Coordinatore di Forza Italia, Isola d’Elba, Assessore Sanità Campo nell’Elba
Mario Ferrari, Sindaco di Portoferraio
Luciano Rossi, Presidente del Consiglio Comunale, Portoferraio