Il progetto di attivazione del volontariato certificato, presentato alla stampa a giugno, è arrivato in Regione Toscana. Dopo aver discusso le motivazioni, la proposta attuativa e le ipotesi di sviluppo con la divisione Politiche Giovanili, la Regione ha condiviso il progetto ritenendolo valido e attuabile. Una parte consistente del lavoro della Regione Toscana si concentra sul volontariato e l’Elba sarebbe un ottimo banco di prova per dare vita a un progetto sperimentale che potrebbe avere importanti ricadute non solo sull’isola stessa, ma anche su tutto il territorio regionale. Valutando le specificità dell’area di attuazione, è infatti replicabile e auspicabilmente estendibile in ogni zona della Toscana, elemento che giocherebbe a favore anche della mobilità territoriale giovanile.
I principali soggetti interessati dal volontariato certificato sono i giovani tra i 16 e i 40 anni, con una grande attenzione all’Alternanza Scuola-Lavoro. Tra i punti in fase di approfondimento con i referenti regionali delle Politiche del Lavoro c’è la possibilità di estendere l’iniziativa a tutti i richiedenti NASpI (il sussidio di disoccupazione), indipendentemente dall’età. L’obiettivo è far sì che tra le politiche attive del lavoro previste per il richiedente nel patto di servizio personalizzato da stipulare con il Centro per l’Impiego, ci sia la partecipazione ad almeno uno dei bandi aperti di volontariato certificato.
La questione è delicata e quantomai attuale per un territorio che, a quanto risulta dai dati ufficiali della Regione, fa - per una parte consistente - dell’assistenzialismo statale uno stile di vita, con buona pace di quella classe politica di sinistra che preferisce vedere i nostri giovani attaccati al rubinetto dello stato (magari con un sostanzioso aiuto derivante dal lavoro nero) che incentivare la meritocrazia e la capacità di iniziativa. Eppure si sente dire che l’interesse per i giovani è storicamente appannaggio delle sinistre… Possibile che un ragazzo di 20 o 30 anni non intraveda alternativa al binomio lavoro stagionale estivo-disoccupazione invernale? Possibile che provare ad affrontare con senso critico questo aspetto sia sempre stato considerato un tabù?
Non credo certo di avere una ricetta miracolosa, ma sono convinta che poter chiedere a chi è in stato di disoccupazione un impegno per la propria città non solo sia giusto, ma che sia doveroso. In più la mia iniziativa contribuirebbe allo sviluppo della cultura del volontariato giovanile, ancora poco diffusa all’isola d’Elba ma che offrirebbe, tra i tanti vantaggi, un diversivo alla noia e al disagio e toglierebbe un alibi a chi lamenta l’inattività e la mancanza di iniziativa, ma non coglie mai l’occasione di mettere il proprio impegno a disposizione della comunità.
Secondo i miei interlocutori in Regione, il mio progetto potrebbe già per il 2019 rientrare nell’accordo di programma che ogni anno la Regione Toscana stipula con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: le prime novità potrebbero arrivare a primavera e per quella data tutto deve essere pronto. Il primo passo è dunque coinvolgere da subito tutte le Amministrazioni Comunali elbane per presentare ufficialmente il progetto e per mettere subito sul tavolo le ipotesi operative e i bandi pilota.
Laura Berti
Assessore alle Politiche Giovanili
Comune di Portoferraio