Il microcredito come strumento di lotta alla povertà. La Regione ha deciso una serie di interventi di sostegno finanziario che nel 2013 dovrebbero aiutare almeno 10mila famiglie in difficoltà ad affrontare le spese quotidiane, dalle bollette ai libri scolastici. Questo il tema dell’editoriale del presidente Enrico Rossi pubblicato nei giorni scorsi dall’Unità.
Attivare il microcredito di Enrico Rossi
In Toscana abbiamo deciso di sperimentare il microcredito come strumento di lotta alla povertà. Ha funzionato nelle aree del Terzo Mondo e oggi può funzionare anche da noi, dove un numero sempre più esteso di persone si trova in condizioni di difficoltà e di impossibilità di accesso a qualsiasi forma di credito. Quindi, per quest’anno abbiamo stabilito una serie di interventi di sostegno finanziario rivolti a famiglie e imprese. I dati parlano chiaro. Il rapporto Istat ci dice che 3 italiani su 10 sono a rischio povertà e che una spesa imprevista di 800 euro, o una bolletta di conguaglio, una multa salata, l’acquisto dei libri di testo possono rappresentare un salasso inaffrontabile che può far precipitare le famiglie in difficoltà in una spirale di miseria da cui è impossibile risollevarsi.
Con il microcredito, così come lo abbiamo concepito, si può aiutare queste persone a resistere, mantenere la propria dignità, trovare la forza di reagire e vedere nelle istituzioni un riferimento. Nella crisi non vogliamo che nessuno si senta solo. Con questa iniziativa vogliamo aiutare nel 2013 almeno 10mila famiglie. Saranno i soggetti del Terzo settore – Caritas, Pubbliche assistenze, Misericordie, Croce Verde e altro – a selezionare ed erogare gli aiuti finanziari alle famiglie. Al Terzo settore la Regione attribuirà le risorse con un bando, dando priorità a chi presenta progetti che dimostrano vicinanza a chi ha bisogno, una maggiore capacità di ascolto, di valutazione e di presa in carico della persona. Il massimo aiuto per ogni famiglia sarà di 3mila euro, restituibile in 36 mesi senza interessi, oppure attraverso la partecipazione a progetti sociali o lavori socialmente utili. Il concetto di fondo è la vicinanza alla persona in difficoltà e una solidarietà concreta di cui l’aiuto economico è solo una parte. Le associazioni con cui abbiamo preparato il progetto sono molto motivate. Siamo convinti che questa iniziativa può contribuire a riattivare una rete di protezione efficace, non burocratica, né assistenzialistica, ma assai efficace, veloce da gestire, che aiuta davvero chi ha più bisogno.
Poi c’è il microcredito rivolto alle piccole imprese senza liquidità e in difficoltà a continuare l’attività. Anche in questo caso l’iniziativa si avvale del no-profit e delle associazioni di categoria. La stretta creditizia delle banche rischia di colpire la parte più povera della popolazione e di vanificare persino gli strumenti di supporto al credito come i Fidi e i Confidi. Il no-profit avrà il compito di promuovere l’accesso al microcredito a chi è ecluso, e poi di accompagnare le imprese con l’assistenza e il monitoraggio.
Insomma con questa iniziativa vogliamo dare una mano a tutte quelle persone che per la loro condizione trovano le porte chiuse e che invece con un piccolo prestito – al massimo 15mila euro – possono mettersi alla prova e ritrovare fiducia in sé stessi, assumersi responsabilità e rischi. Questo strumento non sostituisce le iniziative di sostegno all’imprenditoria giovanile, ma si caratterizza per la semplicità, l’accessibilità e, ancora una volta, per la vicinanza e l’aiuto a chi vuole intraprendere.
Ci proponiamo di aiutare nel corso del 2013 oltre 2000 piccole imprese che altrimenti sarebbero destinate a chiudere o a non partire. Un’opportunità rivolta anche ai giovani, ai laureati, agli immigrati, ai commerciati, agli artigiani e anche ai disoccupati che vogliono provarci. L’Unione europea considera il microcredito uno strumento fondamentale per la lotta alla povertà. Potrebbe essere anche una bella iniziativa del nuovo governo, che naturalmente per ampiezza e forza avrebbe ben altro significato. Soprattutto è una iniziativa rivolta alle persone più in difficoltà, più minacciate dalla crisi, che non possono aspettare i tempi medio lunghi della ripresa. Quella gente che più sta a cuore al Pd e al centrosinistra.