Il Presidente della Confesercenti Franco De Simone ha ragione.
L’Elba è divisa, lo è storicamente, lo è culturalmente. Le sue diversità, che sono anche la sua ricchezza, non sono state ricomposte in un progetto comune e vincente. Egoismi, interessi, invidie ne minano lo sviluppo.
Gli elbani, che pur sono orgogliosi di esserlo, non riescono a ritrovarsi uniti in un progetto di futuro. Dovrebbero farlo, pensando ad un turismo sostenibile, alla salvaguardia di un territorio unico per bellezza e biodiversità, ai giovani da impegnare in lavori stabili, alla cultura che è alla base di qualsiasi progetto e intrapresa. Vincendo egoismi, interessi personali, antipatie, lobbies, divisioni politiche, diffidenze.
Con l’umiltà di chi conosce i propri limiti e cerca di lavorare insieme agli altri per superarli, si dovrebbe puntare ad una squadra che lavori sull’idea di Isola, superando la nostra “isolitudine”. Il turista svizzero racconterà di essere stato in vacanza all’Elba. Solo in seconda battuta specificherà a Marciana Marina o Procchio o Bagnaia o Lacona. Ma bisogna farcelo arrivare e fare in modo che ci ritorni anche l’anno dopo e i seguenti, e che la consigli ai propri amici.
Come per altre aree geografiche toscane l’Elba è, in termini turistici, un preciso ambito territoriale da valorizzare e promuovere nel suo complesso, sempre. Perché l’Isola è bella e tutta da scoprire in qualsiasi stagione dell’anno. L’Elba è una e gli elbani dovrebbero superare i retaggi del passato per rinsaldare il loro senso di comunità e appartenenza. Superando le logiche di spartizione e la concorrenza fra i 7, troppi, Comuni.
Patrizia Lupi