L’esperienza di molti anni di Funzionario, di Amministratore pubblico e ora cittadino attento ai problemi elbani mi ha spinto ad intervenire sulle vicende accadute prima e dopo l’ultima assemblea della GAT. Ho partecipato come amministratore pubblico sin dalle origini di questo organo di indirizzo turistico e a più riprese il problema dell’unanimità è sorto, ma il buon senso e l’elbanità dei presenti ha consentito che comunque il tutto proseguisse , in fondo è una nuova organizzazione istituita dopo un buco di anni di promozione turistica pubblica e quindi il suo modo operandum era ed è tutto in fase di continuo miglioramento.
Una considerazione su come funziona la GAT va fatta; ritengo che non tutti i presenti, e mi rivolgo agli ultimi arrivati, siano consapevoli di che fatica abbiamo fatto per farla operare. Quando fu deciso di nominare il Comune di Capoliveri come capofila GAT era perchè aveva una strutturazione tale (e non me ne vogliano gli altri Comuni e credetemi da longonese lo dico con un po’ di rammarico) da essere in grado di assumersi l’onere contabile ed organizzativo della nuova complessa macchina burocratica che permetteva a noi Comuni di avere qualche disponibilità economica concreta. Condizione, che ieri ed ora, non vedo in nessun altro Ente elbano e quanto meno nel Comune del Sig. Sindaco che si è alzato e se ne è andato indispettito.
Ritengo sia giunto il momento di cambiare le regole, in democrazia la maggioranza impone gli indirizzi, quindi gli argomenti che propone l’assemblea vanno votati e decisi, chi non ci sta può anche uscire, ma la GAT deve continuare il suo operato per il bene dell’isola d’Elba.
Qui non siamo in una città dove c’è una pluralità di attività, qui c’è solo il turismo e se si ferma è un guaio per tutti. Questa organizzazione sicuramente potrà funzionare meglio ma comunque, bene o male e con il consenso più o meno di tutti, ha continuato e ritengo deve continuare il suo cammino forse con qualche piccola modifica di buon senso ma continuare.
Apprezzo gli interventi di Franco De Simone che tocca i punti dolenti dell’organizzazione elbana e di Luigi Lanera quando dice “che le produzioni agricole locali siano parte integrante di una promozione turistica”.
Concludo ribadendo che in queste riunioni a volte per risolvere i problemi ci vuole un po’ di umiltà e buon senso e comunque volere bene al proprio territorio, di professori non ne abbiamo proprio bisogno bastiamo noi che quotidianamente calpestiamo il suolo dell’isola anche con tutti i nostri limiti.
Angelo Banfi