Nella giornata di giovedì 3 Gennaio ho formalmente comunicato al PD Val di Cornia – Elba la mia ferma volontà di lasciare ogni incarico e ruolo dal Partito. Non rinnoverò alcuna tessera e contestualmente dalla data odierna il mio agire politico non è più in alcun modo legato a questa formazione politica.
Ormai da troppo tempo il PD si è dimostrato uno spazio dove la libertà di pensiero o semplicemente l'avere un'idea “diversa” dalla maggioranza è visto come un attacco al potere costituito e quindi da emarginare con ogni mezzo possibile.
Nello specifico: la Commissione di Garanzia per il congresso regionale del PD Val di Cornia – Elba ha deliberato, un paio di mesi fa, la mia sospensione dal Partito per 12 mesi per aver osato criticare (aspramente) la sciagurata gestione del “non-Congresso” campese.
Per aver usato toni “diffamatori” e aver creato “nocumento al Partito” (cit) è stata decretata da un renzianissimo collegio di 3 garanti su 5 la mia punizione. Sospeso. 12 mesi. Per non nuocere al prossimo congresso ovviamente.
Le strade da perseguire erano diverse. Accettare la pena, ricorrere, lasciare. Ho riflettuto molto tempo prima di decidere. Ho scelto di andarmene perché in fondo ho ancora un po' di amor proprio e non accetto per nessun motivo al mondo che si prendano certe decisioni comunicandole con una PEC... e sopratutto non voglio certo legittimare chi ha contribuito politicamente a infangare il mio nome e fare del PD piombinese il nuovo tribunale del popolo.
Lascio dopo anni di militanza e dopo aver servito il PD dell'Elba e della Federazione con il massimo del mio impegno cercando sempre la mediazione e non lo scontro. Lo sanno bene i compagni del PD elbano e di Piombino che ringrazio moltissimo per le molte manifestazioni di solidarietà che mi hanno fatto pervenire e che purtroppo continuano ad essere bersaglio di una folle gestione dei collegi di garanzia oltrecanale e di assurde richieste di dimissioni e allontanamenti.
Non ho molto da aggiungere se non un forte, caloroso, e sincero ringraziamento verso i veri compagni di avventura che rimangono in trincea a difendere la libertà di espressione dentro un PD che ha perso davvero la bussola e, almeno a livello toscano, sembra in preda ai deliri della follia.
L'inasprimento assurdo dei rapporti umani, l'assenza di qualsivoglia confronto interno, l'eterna ricerca degli eterni candidati pronti a fare l'ennesima corrente locale sono aspetti che non possono essere più tollerati e condivisi. Un partito che è esploso intorno al dibattito sulle possibili candidature sta di fatto impedendo la costruzione di una proposta politica seria e alternativa all'attuale governo giallo-verde.
Auguri a chi rimane. Io mi fermo qua!
Lorenzo Lambardi