Sulla vicenda dell’ampliamento della cava/miniera di caolino del Buraccio Confindustria cerca di fare la spiritosa, ma lo fa condendo le sue spiritosaggini con l’inutile protervia di chi non sopporta critiche agli interessi privati e con la degna conclusione “le chiacchiere restano a zero” che ricorda molto l’”Io so’ io e voi non siete un cazzo” del Marchese del Grillo. In realtà, con le loro repliche, Confindustria e la CGIL si sono messe su un terreno scivoloso che porta Confindustria a contraddirsi e negare perfino quanto ha scritto sullo scarso impatto ambientale che avrebbe rimuovere la cima di una collina.
Ma quello che davvero sorprende di più, sia nella nota dell’organizzazione imprenditoriale che in quella del Sindacato, é il fatto che si dica che non si potrebbero mettere in discussione gli atti della Regione, un organismo politico (stiamo parlando di una delibera presa da una Giunta) che, per convenienza momentanea, viene fatto passare da Confindustria per “arbitro imparziale”. Eppure, ci sembra di ricordare, senza neppure risalire troppo indietro nel passato, durissime polemiche di Confindustria contro le iniziative prese dalla Giunta Regionale della Toscana, nonostante fossero naturalmente frutto di istruttorie tecnico/politiche come avvenuto per il Buraccio.
Ed è abbastanza sconcertante che Confindustria scriva questo proprio mentre il ministro dell’ambiente, il carabiniere forestale Sergio Costa, impone al governo una moratoria sulle trivellazioni di petrolio e gas dicendo che gli atti tecnici e i decreti dei precedenti governi (che evidentemente dovrebbero essere rivestiti di sacralità se si usasse il metro di Confindustria) per lui sono politicamente ed energeticamente insensati e quindi, se il resto del governo li avesse portati avanti, lui si sarebbe dimesso.
Certo, Lega e Confindustria non l’hanno presa bene, ma almeno Salvini non ha tirato in ballo l’intoccabilità delle scelte “arbitrali” dei precedenti governi (contro le quali si era opposto anche al referendum sulle trivelle per poi dimenticarsene). Per questo, visto anche il contesto nazionale, resta per noi sorprendente che gli amici del Movimento 5 Stelle elbano e toscano non abbiano speso una parola sull’ampliamento della miniera Eurit.
La verità è che su questa vicenda dell’Eurit i pareri “tecnici” sono stati tutt’altro che monolitici, alcuni “ballerini”, e che il parere tecnico ambientalmente più importante, quello negativo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sulla Valutazione di incidenza ambientale, alla fine è stato scartato dall’”arbitro” politico.
Infine, sia Confindustria che CGIL farebbero bene a smetterla di parlare di un fantomatico confronto sull’ampliamento della cava, visto che da quel confronto, se c’è stato, Legambiente è stata accuratamente esclusa. Magari l’arbitro non si era accorto che in campo era stata convocata un’unica squadra e che sugli spalti avevano avuto accesso pochi e ininfluenti spettatori.