La Eurit, che con i suoi quasi dieci milioni di fatturato si pone tra le aziende più importanti del territorio isolano, è a rischio chiusura.
Non concordiamo con chi cerca di creare una contrapposizione tra turismo e attività estrattiva.
L'azienda, presente sul territorio da decadi, non è mai stata un deterrente per le altre attività.
I fattori che rendono la nostra isola appetibile ai fini turistici sono la pulizia delle spiagge, del mare, la viabilità, i trasporti, un sistema sanitario efficiente e la qualità di tutti i servizi in genere.
Ipotizzare che l'esistenza dell'Eurit abbia ripercussioni negative sul settore turistico non è dimostrabile, visto che fin ora le due realtà hanno convissuto e prosperato.
Quindi siamo conviti che cercare di portare questa attività alla chiusura non dia un valore aggiunto all'isola, ma la renda soltanto più povera.
Sono inoltre inopportune facili e fantasiose proposte di ricollocamento dei minatori nel comparto turistico.
Oggi le stagioni sono solo di tre mesi e questo passaggio nel mondo del precariato significherebbe, per famiglie con mutui e figli, la perdita di quella stabilità economica e serenità che un contratto a tempo indeterminato può offrire.
In risposta a quanto asserito da Legambiente; il cigno verde fin dall’inizio di questa tribolata vicenda è uscito davanti all'opinione pubblica e presso la Regione Toscana con delle posizioni di intransigenza assoluta che hanno reso difficile ogni tipo di confronto.
Posizioni maturate dopo aver ascoltato un’unica campana visto che non hanno mai incontrato né la proprietà né i lavoratori.
Nel rispetto delle idee di tutti, crediamo fortemente che aprire un dialogo senza pregiudizi avrebbe dato a tutta la vicenda una prospettiva diversa. Inoltre parlando delle due piccole attività agricole sorte nei dintorni dell'Eurit c'è da dire che sono nate da pochi anni e che quindi i proprietari erano consapevoli che avrebbero convissuto con un vicino scomodo.
Riteniamo che siano leciti tutti gli interessi, ma crediamo che sia moralmente discutibile impegnarsi per causare la chiusura di un’azienda al fine di veder valorizzato il proprio investimento.
Chiediamo inoltre rispetto da parte di quelle associazioni che su varie testate giornalistiche esprimono giudizi denigranti e ironici verso la nostra attività.
E’ vero, la nostra sarà pur sempre una professione umile, ma onesta.
Auspicando un proseguo dell'attività lavorativa, riteniamo che sia serio e doveroso da parte di tutti i protagonisti di questa vicenda cercare di esprimere un giudizio obbiettivo senza strumentalizzazioni da propaganda elettorale, perché non ci dobbiamo dimenticare che da tale decisione dipende il futuro di tante famiglie.
Le Maestranze Eurit