Già da qualche tempo volevo intervenire sulla situazione del Comune di Rio, ma poi mi sono astenuto perché non è nel mio stile interferire nel lavoro di un’amministrazione subentrante, che sicuramente mette tutto il proprio impegno nella causa.
Me ne dà tuttavia l’occasione il Sindaco Corsini in merito alla questione della Caserma dei Carabinieri quando, rispondendo alle critiche, dichiara di girarle alle precedenti amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 11 anni e quindi chiamandomi direttamente in causa.
Sulla questione, dopo le dichiarazioni del legale della proprietà, è intervenuto anche Francesco Bosi, con una nota che condivido pienamente, nella quale stigmatizza l’uso ormai corrente, che fa anche Corsini, di rimandare le responsabilità ai predecessori, magari arrogandosi meriti che vengono dal passato, come il Sindaco fa a proposito della progettazione del ripristino della Sp26, dimenticandosi che è possibile solo per gli studi idraulici del sottosuolo ostinatamente richiesti alla Regione Toscana dal sottoscritto e dal Sindaco De Santi e da tutto il lavoro profuso per venire a capo del dissesto.
Corsini non è tuttavia nuovo a tale comportamento, perché anche nel comizio di chiusura della campagna elettorale, oltre ad affermare da guascone di “aver capito tutta la questione delle acque termali in mezz’ora” mi ha accusato di tre gravi carenze.
La prima di immobilismo e chiedendo di essere eletto per uscirne, come se aver condotto in porto una fusione fra comuni, la prima nella Provincia di Livorno e la tredicesima in Toscana su 273 comuni, fosse stata una cosa banale e forse pretendendo una cosa più rivoluzionaria, come una secessione! Secondo mi criticava di autoreferenzialità, cosa che ora l’accompagna per la scarsa presenza e interlocuzione con la cittadinanza. Terza critica era quella “di non aver seguito i suoi consigli”, come se un Sindaco anziché fare sintesi dovesse necessariamente seguire i consigli che gli vengono dati da una persona che non è nemmeno cittadino del proprio Comune, per quanto antico frequentatore.
Venendo alla questione della Caserma, dice bene Bosi, si apra al confronto con i predecessori, che sicuramente hanno molte cose da dirgli per atti e iniziative intraprese. Se questi non hanno condotto ad una soluzione della questione, non è certamente perché se ne sono disinteressati, ma perché hanno avviato procedure, per loro natura complesse, che non si sono concluse nei tempi amministrativi. Il Sindaco consulti gli atti comunali e si renderà conto di cosa è stato fatto sia in termini di allocazione della caserma sia in termini di ricerca del finanziamento al quale allora il Comune non poteva supplire. Il sottoscritto oltre a trovare pre accordi con possibili costruttori ha condotto altresì un’indagine su un possibile “leasing in costruendo”, non andata a
buon fine per la scarsa affidabilità del Ministero competente, una volta invece assai ambito, da quando una legge del 2012 ha ridotto unilateralmente i canoni d’affitto.
Anche a proposito delle dichiarazioni di inerzia rese dal legale della proprietà, l’avvocato Iovine forse non ricorda di essere stata intrattenuta nel suo ufficio per oltre un’ora per renderle note le iniziative intraprese dall’allora Comune di Rio Marina.
Il Sindaco, quindi, vada a leggersi tutta la documentazione prodotta e se la ritiene valida prosegua e persegua le iniziative intraprese.
Ecco il valore del confronto con i precedenti amministratori che egli non ha avuto l’umiltà di utilizzare. Chi ha lavorato in settori organizzati conosce bene il valore del “dare e del ricevere le consegne”, valore al quale il Sindaco Corsini ha rinunciato per la sua presunzione di “capire tutto in mezz’ora”.
Lo stesso dicasi per altri e non meno importanti dossier lasciati purtroppo aperti, quali per l’appunto le terme, di cui non si conoscono le conclusioni dopo che la mezz’ora richiesta è ampiamente trascorsa, o la valorizzazione dei beni demaniali, che implica il proseguimento della trattativa col PNAT per l’attuazione del “Piano integrato di sviluppo”, previsto dalle norme di attuazione del piano, o per l’ex Villaggio Paese, la cui assegnazione effettiva al Comune dipende dal frazionamento catastale delle aree libere da quelle oggetto di uno pseudo vincolo di archeologia industriale.
Questioni tutte sulle quali l’attuale Amministrazione non sembra completamente edotta, come dimostrano gli atti.
Da accusato di immobilismo, non mi pare infine che l’attuale Amministrazione si dimostri particolarmente attiva e intraprendente, dal momento che ad oltre un anno dalla fusione non si è provveduto nemmeno a modificare la segnaletica stradale, per cui il Comune di Rio sembra esistere solo sulla carta. E allora capisco lo sfogo di qualche cittadino che non vede gli effetti e i benefici della fusione per il semplice fatto che i 900,000 euro di contributo rimangono rigorosamente in cassa.
Rio Marina, 23 febbraio 2019