Da un messaggio pubblicato su Facebook da Michela Gargiulo:
Stazione di Piombino Marittima, ore 6.19. Trenta persone appena sbarcate dalla nave delle 5, partita da Portoferraio, sono in fila alla biglietteria automatica della fatiscente stazione. Non tutti riescono a fare il biglietto perché il treno delle 6.32 sta per arrivare e la fila è ancora lunga. Si corre per rimanere in attesa sull'unico binario che porta a Campiglia dove, i pendolari isolani, hanno la sensazione di collegarsi con il resto del mondo. Il treno non arriva, passano i minuti e di quel convoglio grigio adatto alla vita dei pendolari che si svegliano alle 3 di mattina per prendere la prima nave non c'è traccia. Nessuna, mentre sul tabellone di trenitalia il nostro vagone, mai arrivato, è ormai in partenza sul binario 1. Se non fosse per gli aggiornamenti continui di un gruppo Whatsapp di insegnanti l'insieme omogeneo grigio e assonnato dei pendolari non avrebbe mai saputo con tale rapidità che il treno si é rotto ed é rimasto fermo alla stazione di Piombino centro lasciando loro senza mondo e senza maestre i bimbi della classi con le insegnanti che arrivano "dal continente". Ci vuole un attimo per capire che senza treno salta la visita dal medico, l'esame da fare in ospedale, la lezione all'università, l'appuntamento con l'avvocato, la coincidenza per un viaggio programmato da mesi. Ed è in quell'attimo che il gruppo grigio, ragionando all'unisono, arriva alla stessa intuizione: il taxi. Ora mettere 30 persone su un taxi non è banale ma la speranza è che alle 6.30 di mattina con una telefonata arrivino tanti taxi quante sono le speranze di raggiungere in tempo Campiglia per le coincidenze. Si, già, le coincidenze. Ma i taxi non arrivano, non ci sono. "Ci dispiace, sono tutti impegnati" e tu al telefono vedi tutti gli operai della Lucchini andare a lavoro con la 24ore e il taxi che potevi prendere tu. Una guerra tra poveri. Allora chiami in fila polizia, carabinieri. Poi citofoni alla guardia costiera. Risponde una voce gentile i donna: "Ci occupiamo di navi e non di treni". Cammini tra la fermata dell'autobus e la stazione Marittima. Imprechi mentre chiedi consigli agli ormeggiatori. Suoni il campanello della Finanza e della Polizia quando finalmente arriva una luce di speranza, il numero di cellulare di un responsabile dell'Atm. Un autobus potrebbe ancora salvare una giornata altrimenti da cancellare. Michele ascolta e trova una soluzione. Un autobus speciale per trenta persone, nel frattempo arriva anche un taxi ma a risollevare le sorti del gruppo dei pendolari è l'apparizione dell'autobus di scorta di trenitalia. L'autista è in sintonia con le facce e l'umore di quelli che salgono. Era a Cecina, si è svegliato all'alba ed hanno scelto lui per andare in soccorso ai malcapitati bloccati a Piombino Marittima. Si arriva di corsa a Campiglia, il treno per Pisa è alle 7.31 e mancano 4 minuti. Il gruppo arriva sul binario 2. Pochi secondi per guardare intorno e capire che la stazione di Campiglia è un cantiere dove i lavori sono iniziati tanto tempo fa ma lì sono rimasti. Segni che sembrano rappresentare una dismissione, lenta ma inesorabile. Il gruppo grigio dei pendolari è sul treno e il mare che entra dal finestrino ha cambiato il colore della giornata. Forse è sentirsi collegato con il mondo che ha cambiato il colore delle ore che verranno oppure la telefonata del carabiniere che si sincera del fatto che il problema sia risolto e ti segnala un numero di trenitalia per le emergenze. Ma in queste quattro ore di coincidenze mancate hai capito che l'isola è sempre più isolata. Che dieci anni fa collegarti con il mondo era complicato ma ora lo è molto di più. In quattro ore hai realizzato che i segni della dismissione ora sono reali e evidenti. Che hai scelto di vivere su un'isola ma che non hai rinunciato per questo al sacrosanto diritto di collegarti con il resto del mondo attraverso una rete di servizi che sia organizzata, puntuale ed efficiente. Oggi, di queste tre parole non c'è traccia. Resta il buonsenso e la solidarietà tra esseri umani merce rara di questi tempi e per questo da utilizzare solo per le situazioni importanti.