LIVORNO, 27 febbraio 2013 – È stato presentato per la prima volta questa mattina con la partecipazione del Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Toscana, Carmelo Cantone, il nuovo progetto di telemedicina che permette di collegare la struttura di reclusione elbana di Porto Azzurro con la Dermatologia dell’ospedale di Livorno. Il reparto, in particolare, grazie al nuovo collegamento può acquisire in tempo reale immagini ad alta risoluzione di presunti melanomi o altre lesioni o infezioni cutanee e refertarle a distanza senza ricorrere a spostamenti di professionisti o di detenuti.
“Il progetto – spiega Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda USL 6 di Livorno – è il primo passo di una serie di servizi che potranno essere estesi con questo modalità al di là delle mura del carcere e prende spunto dalla volontà di assicurare a tutti i cittadini del nostro territorio, ovunque si trovino, uguali opportunità assistenziali. Offrire questo in strutture particolari come le carceri è sicuramente una sfida impegnativa, ma siamo convinti che la telemedicina possa garantire pari dignità non solo ai detenuti malati, ma anche al lavoro svolto dai nostri operatori all’interno degli istituti ponendo il cittadino, ovunque si trovi, al centro della nostro servizio”.
Il progetto permette di accedere facilmente a risorse altamente specializzate, riducendo i tempi di attesa e, in prospettiva, permettendo di estendere la copertura medica ad aree e luoghi disagiati. “Grazie agli sforzi tecnologici e non solo compiuti dall’Azienda in tema di telemedicina e di sanità insulare, dove un ruolo primario è svolto anche dalla sanità penitenziaria – dice Andrea Belardinelli, responsabile dell’Area programmazione e innovazione dell’Azienda USL 6 – i cittadini reclusi hanno opportunità sanitarie sempre più simili a quelle di tutti gli altri. Per assicurare questo abbiamo deciso di considerare gli ambulatori all’interno delle carceri come nostri presidi sanitari a tutti gli effetti dotandoli del necessario a partire dalle infrastrutture come la banda larga che ci permette di far entrare e uscire rapidamente grandi quantità di dati. Da oggi all’interno del carcere si potranno così creare cartelle cliniche informatizzate e consultarle come da un altro punto dell’Azienda. Questo permette non solo di potersi avvalere in ogni momento dell’apporto professionale di qualsiasi nostro operatore, ma anche di seguire i percorsi clinici dei pazienti che, nei casi dei detenuti, sono generalmente ancora più difficili da costruire e mantenere”.
L’assistenza sanitaria in carcere dal 2008 costituisce un importante capitolo delle attività offerte dalle Aziende sanitarie che hanno assunto la titolarità della medicina penitenziaria, prima in carico al Ministero di Giustizia. Sono state oltre quattromila le viste specialistiche assicurate dall’Azienda USL 6 nel 2012 all’interno delle strutture penitenziarie presenti sul territorio (Sughere, Gorgona, Porto Azzurro e Pianosa) delle quali circa 400 dermatologiche. “Si tratta di un risultato estremamente positivo – ricorda Maria Gloria Marinari, responsabile della Sanità carceraria per l’Azienda USL 6 – soprattutto se tenuto conto delle grandi e inevitabili difficoltà incontrate nell’offrire assistenza sanitaria all’interno di case reclusione dove risulta complesso tanto far entrare i nostri professionisti quanto uscire i detenuti. Le visite specialistiche ammontano, per la precisione a 1931 a Livorno, 60 in Gorgona e addirittura 2320 a Porto Azzurro, la realtà carceraria del territorio con il numero maggior di detenuti, circa 500. Di queste la parte preponderante è costituita da visite dermatologiche, in considerazione dell’alto numero di malattie della pelle riscontrate all’interno del carcere. Proprio in considerazione di questo il progetto di telemedicina dell’Azienda USL 6 è partito dalle refertazioni a distanza della Dermatologia, ma a breve sarà esteso ad altri servizi come la tele refertazione degli elettrocardiogrammi”.
Il funzionamento è semplice e immediato: il medico del servizio di medicina carceraria acquisisce le immagini con una videocamera digitale a disposizione all’interno del carcere. “A quel punto – assicura Giovanni Bagnoni, direttore della Dermatologia dell’Azienda USL 6 di Livorno – sarà lo specialista presente in reparto a occuparsi della diagnosi e dell’eventuale terapia. Il servizio, infatti, offre anche indicazioni sul percorso da intraprendere e sulla data di successivi controlli. In più, se l'analisi individua una situazione da approfondire, si ha la possibilità di accedere rapidamente a visite specialistiche dirette. L’esame eseguito in questo modo è assolutamente paragonabile in termini di qualità ed accuratezza a un visita fatta di persona”.
La novità è stata salutata con vivo apprezzamento anche da parte di Carmelo Cantone, Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria in Toscana. “L’aspetto e la cura della sanità all’interno di un carcere – dice Cantone – è sicuramente uno degli aspetti strategici per la gestione di una realtà complessa come quella penitenziaria. Evoluzione innovative come quella presentata dall’Azienda Usl 6 sono sicuramente esempi da imitare oltre che una valida conferma della scelta compiuta qualche anno fa di demandare tale gestione alle aziende sanitarie locali”.
ASL 6