Come ci siamo cacciati in questa situazione...? Lo tsunami è arrivato davvero.
Prima cosa direi che ormai è chiaro, dopo l'ennesimo flop, che i sondaggi lasciano il tempo che trovano e sarebbe auspicabile che nelle prossime occasioni avessero uno spazio mediatico molto più contenuto, senza i lunghi tormentoni scassapalle che monopolizzano telegiornali, talk-shows e pagine e pagine di quotidiani e altro.
E' evidente che le palle le hanno rotte anche ai “sondaggiati” che ormai son diventati scafati e non danno più risposte spontanee - un po' come quei giochini pseudo-psicologici a scuola: la prima volta “funzionavano”, poi si fregava e/o si stupiva quello che ce li faceva.
Che ragazzacci! Quindi oltre a reinventare la politica c'è da reinventare anche gli strumenti di lettura della quotidianità...
A lato di tutto ciò qualche conclusione si può tirare:
1) - il berlusconismo non si cancella né da solo per esaurimento, né con un colpo di spugna o con gli anatemi. Si è talmente radicato che ha uno zoccolo duro (mi vengono a mente le pecore della fattoria degli animali di Orwell) che può digerire incapacità di governo, promesse non mantenute, programmi mai realizzati, fantomatici contratti con gli italiani mai rispettati, mancate diminuzioni di tasse, bugie, favole, comportamenti immorali, sorrisi teatralmente falsi, bandane e trapianti di capelli.
In compenso le speranze di un mondo migliore di questa fetta di società si sono orientate verso una voglia di protagonismo che trova sublimazione in una svolta economica, in una emersione dalla massa per meriti di glutei, coscie e tette, per un mito di soldi facili, per comportamenti che facciano vedere quanto si può esser furbi, infischiandone altamente degli altri.
2) - quello che si è inesorabilmente consumato è invece lo zoccolo duro della sinistra!
La sinistra intellettuale è sempre stata molto brava a perdersi sui distinguo, mentre la classe politica di sinistra si è sempre più burocratizzata, perdendo il contatto con le sue origini, in nome di comportamenti pseudo-rassicuranti che hanno portato ad accettare talmente tanti compromessi che alla fine ne è rimasta minata proprio nelle idee, e confondendosi sempre più con “il nemico” ed appiattendosi su terreni ideali e propositivi che non gli appartenevano, di pari passo alla filo-borghesizzazione della base.
In nome di promesse basta-sia e di fantomatici posti di lavoro si può così digerire sul piano pratico Marchionne e la sua delegittimazione dei contratti nazionali di lavoro, o d'altra parte, sul piano ideale, vedere con fastidio la richiesta del riconoscimento dei diritti delle unioni fuori dal matrimonio. Eppure le 150 ore e il diritto allo studio, le grandi leggi sociali e laiche (divorzio, aborto), … non ce le siamo mica sognate!
3) - Grillo raccoglie tutta l'insoddisfazione e la protesta, ma non tira le fila né concretamente né ideologicamente: è evidente che nella situazione in cui siamo non può essere sufficiente parlare di riduzione dei privilegi dei politici: crisi, lavoro e economia non stanno li ad aspettare. E' pur vero che i burocrati hanno perso e la riproposizione degli schemi classici non può funzionare: la proposta di Bersani di accordo con i Cinquestelle è un racconto fantasy, Grillo se lo mangia in un boccone, specie dopo quello che a vicenda si erano “detti” in campagna elettorale.
Bersani ha vinciucchiato, ma in definitiva ha perso: si facesse da parte, e facesse parlare con i grillini i suoi eletti meno istituzionalizzati.
I media smettessero di dar voce ai soliti D'alema: comincino a farci vedere un'altra classe politica.
Il resto è fumo, le alchimie politiche stavolta non funzioneranno. Grillo dice che non vuole andare a rivotare, che non vuole un governo Ber-Ber? Cominci allora a fare proposte, magari a proporre un premier?
Roberto Barsaglini