Il Tar della Toscana, ha annullato definitivamente la Delibera con la quale la regione Toscana aveva approvato il calendario venatorio per la stagione di caccia 2018/19, da poco terminata e già parzialmente sospesa dal Consiglio di Stato.
Wwf, Lipu, Lav, Lac e Enpa, fanno notare che, accogliendo il loro ricorso, «Il giudice amministrativo della Toscana, con la sentenza del 22 marzo scorso, ha reso giustizia a beccacce, alzavole, marzaiole, germani, merli, colombacci, tortore e tanti altri animali selvatici che frequentano i cieli della Toscana. Ha anche scritto parole chiarissime sulla necessità di rispettare i pareri di Ispra (l’istituto nazionale scientifico dello Stato che fornisce i pareri tecnici sui provvedimenti delle regioni in materia di caccia, verificandone la conformità con le regole europee sulla protezione degli animali selvatici), che definisce “oltre che logici e ragionevoli” anche basati “sui criteri scientifici ufficiali” dell’Unione europea (i” Key Concepts”). Il Tar ha richiamato l’attenzione sulla necessità da parte dei pubblici amministratori di tutelare gli animali selvatici, in particolare gli uccelli migratori, durante i periodi di riproduzione e di ritorno ai luoghi di nidificazione degli (la “migrazione prenuziale”) come prescrivono i principi europei ed internazionali sulla conservazione della biodiversità».
Federcaccia Toscana non l’ha presa per niente bene e in un comunicato scrive che «Nonostante i nostri sforzi e l’impegno profuso durante tutte le fasi di consultazione sul ricorso presentato dagli animalisti sul CVRT, il Tar accoglie con motivazioni inaccettabili il ricorso presentato dagli animalisti, andando a confermare quello che era stato il pronunciamento del Consiglio di Stato. Una sentenza semplicemente inaccettabile, dall’ interpretazione assurda dell’arco temporale di caccia, alla chiusura anticipata della caccia alla Beccaccia. Già adesso stiamo riunendo gli organismi, i comparti tecnici e legali della CCT per studiare a fondo le motivazioni di tale pronunciamento, e valutare le future azioni in difesa di tutti i calendari venatori. Si tratta di un precedente molto pericoloso che ripropone un attacco alla certezza del diritto sui calendari venatori di tutte le regioni e, pertanto, deve essere anche valutato a livello nazionale».
Federcaccia lancia evidentemente anche un avvertimento alle altre associazioni venatorie: «Chiunque di fronte a questi attacchi lavori contro l’unità, sta difatti dalla parte degli animalisti. Servono intelligenze, risorse ed unicità d’intenti per difendere la caccia dai tribunali e dai vili attacchi strumentali. Mentre altri alle parole non hanno mai dato seguito con i fatti, la CCT non si è mai arresa, abbiamo dato battaglia fino all’ultimo in sede di tribunale e continueremo a farlo valutando ogni possibile azione volta a ripristinare il diritto di tutti gli onesti cacciatori toscani».
Wwf, Lipu, Lav, Lac e Enpa ribattono che «Il Tar non ha fatto altro che applicare il “principio di precauzione” valido in tutti paesi europei la cui applicazione in materia di attività di caccia impone, tra le altre cose, una corretta “delimitazione temporale del prelievo venatorio, essendo rivolta ad assicurare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili”. Il Tar ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste ed animaliste perché, nonostante le numerose criticità rilevate da Ispra, la regione Toscana aveva deciso di non rispettare il parere dell’Ispra che, ad esempio per la beccaccia, aveva rilevato una forte pressione venatoria sulla beccaccia e sua vulnerabilità».
Le associazioni protezioniste e animaliste concludono con un’altra stoccata a Federcaccia: «Chi parla irrispettosamente di “sentenza inaccettabile” del Tar Toscana accetti questa clamorosa sconfitta. Così come i responsabili della gestione pubblica in Toscana riflettano su quanto costano alla natura e ai cittadini non cacciatori che pagano le tasse le loro scelte illegittime e sbagliate».