Sta crescendo l'interesse per la prossima tornata elettorale amministrativa, particolarmente per la partita che si giocherà a Portoferraio. Il clima è contraddittorio poiché, pur permanendo un forte sentimento disaffettivo per la politica, alimentato talvolta proprio per tenere lontani i cittadini da queste importanti decisioni elettorali per loro, per la loro vita quotidiana, si sono, anche di recente, ravvivate presenze e testimonianze della società civile elbana, per manifestare nuove tematiche e nuove volontà.
La destra Feraiese c'è e nelle forme e contenuti più conservatori, più sperimentati e fallimentari (basta fare un breve bilancio di questi anni, in tutti i Comuni elbani dove ha e sta governando) e sembra che abbia trovato per Portoferraio il candidato unitario, per la carica di Sindaco, ora in rodaggio a fare l'assessore (dopo le fughe in quel di Rio) e che dovrebbe ricompattare e azzerare le variegate quanto inadeguate e improvvisate candidature succedutesi fino adesso.
Il M5S locale, ad oggi, non mi sembra che voglia candidarsi ad essere una alternativa. Mi sembra destinato, nelle elezioni amministrative locali, con il suo atteggiamento tra la sottovalutazione di compiti amministrativi e politici di questo tipo e l'autoreferenzialità isolazionista che lo porta spesso a candidature isolate e perdenti, a non giocare nessun ruolo, a fare da spettatore passivo, a meno che........ e qui, dopo le recenti sconfitte amministrative regionali, dovrebbe poter iniziare a percorrere strade nuove nei territori, guardando a possibili e coerenti alleanze ed esperienze amministrative, ma non certo con la destra.
Quella che, da tempo e per ora manca è la sinistra, non tanto nelle forme cosiddette organizzate o d'etichetta, dai partiti ai mini comitati anonimi o aggregazioni e liste civiche (questi ci sono, ma sufficientemente frammentati e insufficientemente credibili e affidabili), ma manca come vera proposta alternativa alla attuale destra, capace di aggregare su programmi di governo alleanze sociali e politiche. Manca innanzitutto come contenuti sociali e ideali, come visione culturale, politica e istituzionale dei nostri territori, come progetto radicato nelle forze sociali della città: è questo quello che dovrà essere ricostruito sulle macerie ed esperienze neoliberiste e semplificative del recente passato.
Non dimentichiamo che molti degli obbiettivi sostenuti in questi anni dal PD e dal centrosinistra, in una deriva neocentrista si "confondevano" con quelli della Destra neoliberista, dalla semplificazione istituzionale, al liberismo economico depurato dalla responsabilità sociale e ambientale, al depotenziamento del ruolo istituzionale e rappresentativo dei Comuni elbani. Il PD e le varie sigle a sinistra, da SI, PaP e RC, saranno in grado di ritrovare ragioni e connessioni sociali tradizionali e nuove, presenti e future, dalle quali far nascere idee, proposte, alleanze e amministratori nuovi?
Se non c'è una svolta, uno scatto di consapevolezza politica e di responsabilità ed impegno nuovo sarà difficile ripartire.
Pino Coluccia