Vale la pena partecipare con il voto alla realizzazione del volto autentico dell'Europa.
Certo, si nota sfiducia, delusione, incomprensione e... confusione, soprattutto dovute ai seminatori di odio e rancore.
E' proprio questo insieme di stati d'animo che dovrebbe spingerci a non disertare l'appuntamento elettorale europeo. I giovani che studiano la storia del Novecento si accorgono di due grandi verità: la tragedia costituita dall'esaltazione nazionalistica e la drammatica situazione ambientale.
I nazionalismi hanno dato all'Europa scontri politici e ideologici insieme a conflitti armati. Si è creduto di risolvere le controversie internazionali attraverso la prova di forza. E abbiamo avuto le due guerre mondiali, con il contorno di fanatismi persecutori e di colonialismo. Dopo il secondo conflitto mondiale, l'idea di Europa ha rappresentato la possibilità di una convivenza pacifica, fondata cioè sui negoziati e il dialogo, arrivando alla creazione di istituzioni europee. Tutto rose e fiori? No, perché l'Europa ha bisogno di coscienze europee. Non si possono negare le tante conquiste, la stabilità, la sussidiarietà, la pace, la mobilità, gli scambi culturali. I limiti sono noti: l'Europa cosiddetta economica deve, da una parte, rivalutare i diritti e la solidarietà, e, dall'altra, recuperare l'ispirazione umanistica delle tradizioni culturali che ne sono alla base. Per questo occorre tornare alle origini per riattualizzarle in questo tempo di grandi trasformazioni, svolgendo anche un ruolo forte nel mondo, in rapporto alle potenze che competono per la conquista delle risorse.
Un ruolo che è decisivo nelle scelte che hanno conseguenze sull'ambiente e la vita e sulla sicurezza. Da una parte, quindi i cambiamenti climatici. Se n'è parlato molto nelle scorse settimane, anche a livello locale, per le iniziative della nordica Greta e delle manifestazioni dei mediterranei giovani e giovanissimi. Non è possibile continuare a vivere ignorando quello che, da tempo, gli scienziati ci spiegano in ordine alla direzione distruttiva delle nostre scelte. "Bisogna passare - scriveva Alex Langer - dalla ricerca del superamento dei limiti a un nuovo rispetto di essi e da una civiltà dell'artificializzazione sempre più spinta a una riscoperta di semplicità e di frugalità". Occorre porre al centro delle nostre scelte, personali e politiche, il valore delle relazioni, dell'interdipendenza, dell'appartenenza comune.
Dall'altra parte c'è il problema della manipolazione dei fondamenti della vita, anche qui con l'ansia di superamento dei limiti. Senza dimenticare, l'aumento degli armamenti nucleari, con nove potenze che producono atomica, con il nostro Paese che ospita almeno 70 bombe. Una situazione che può esplodere se si espande nel mondo l'ideologia nazionalistica (o sovranista, come si dice oggi). Il tema della sicurezza richiede lo sviluppo di capacità di mediazione, dialogo, creatività e innovazione nelle proposte (sono queste le armi della nonviolenza), e non forza muscolare, presunzione e velleità.
Ecco, perché è importante andare a votare e votare con responsabilità, cioè con la consapevolezza che le sfide sono grandi e, per questo, l'Europa deve essere grande e unita per fronteggiarle.
Nunzio Marotti, insegnante