“L’incarico di assessore esterno per la giunta Ferrari a Portoferraio è stato per me un’esperienza gratificante ma frustrante allo stesso tempo”. Le considerazioni sono di Claudio De Santi, già sindaco di Rio Elba, e per poco più di due mesi delegato al demanio e alle politiche comunitarie del Comune di Portoferraio, fino alla fine della legislatura appena conclusa, con l’intento di fare un’analisi che lui stesso definisce “serena, attenta ma purtroppo spietata” delle elezioni amministrative 2019 a Portoferraio.
“Le gratificazioni - ci tiene a sottolineare De Santi – mi sono arrivate da Mario Ferrari, con il quale mi sono trovato in perfetta sintonia e dal quale ho ricevuto una fiducia e una collaborazione davvero importanti, che ho cercato di corrispondere mettendomi a disposizione sia per aiutarlo a concludere dignitosamente la legislatura che per lavorare insieme a lui al tentativo, purtroppo fallito, di riunire le anime del centrodestra portoferraiese in prospettiva delle elezioni amministrative che hanno riconsegnato il capoluogo elbano ad un sindaco targato PD pur a capo di una coalizione piuttosto anomala. E’ da qui – aggiunge De Santi – che sono arrivate le frustrazioni, nell’essersi scontrati con la autoreferenzialità e la supponenza di chi ha voluto correre a tutti i costi per conto suo ignorando la nostra disponibilità a mettersi al servizio del bene comune e regalando di fatto ad altri il governo della città. Mi viene in mente – continua Claudio De Santi – l’esempio di Francesco Bosi che, nel 2014, dopo essere stato deputato, senatore, sottosegretario, consigliere regionale e sindaco di Rio Marina, dette dimostrazione di senso alto e nobile della politica facendo un passo indietro per il bene comune del centro destra favorendo la candidatura vincente di Mario Ferrari. Proprio noi, io e Mario Ferrari, abbiamo cercato fino all'ultimo di riunificare una unica lista, facendo noi stessi un passo indietro ma rimanendo inascoltati. Una candidatura come quella da noi proposta in ultimo di Gabriele Canè, già inviato speciale del Giornale di Montanelli, direttore della Nazione e del Tempo e candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna solo per citare qualcosa che renda l’idea dello spessore del personaggio, avrebbe dato ben altre prospettive non solo al futuro amministrativo di Portoferraio ma anche a quello dell’intera Elba, anche in prospettiva delle prossime elezioni regionali del 2020. Nello stesso tempo, risulta davvero inaccettabile l’analisi fatta da qualcuno che dà a Mario Ferrari e agli scarsi risultati della sua giunta la responsabilità della sconfitta del centrodestra: se fosse davvero stato così, allora, perché tanti suoi uomini candidati in altre liste, con l’appoggio dei partiti di riferimento, e qualcuno anche con velleità di primo cittadino?”
“Oggi chi ha perso, se vorrà conservare la propria dignità politica, dovrà rimettersi a disposizione, senza nulla chiedere, nell' interesse del centro destra. Nello stesso tempo, però, i risultati elettorali personali devono far riflettere sulla opportunità di certe autocandidature, così come certi candidati sovraesposti sui social hanno dimostrato che non bastano tanti like su facebook non solo per raccogliere voti ma anche soltanto per ottenere una effimera credibilità, peraltro solo dai responsabili provinciali e zonali dei partiti. La stessa Lega, che pur si era resa conto dell’importanza di una candidatura di Gabriele Canè, è poi scomparsa dalla campagna elettorale dimostrando di non avere chiara (come altri del resto) la situazione politica del territorio appoggiando un candidato perdente, probabilmente preoccupata solo del risultato delle elezioni Europee per ribadire la propria egemonia in Toscana, anche in prospettiva delle elezioni Regionali 2020”.
“Messe da parte gratificazioni (poche) e frustrazioni (tante), d’ora in poi - conclude Claudio De Santi - si dovrà pensare anche all’Elba al futuro del centrodestra, per non disperdere esperienze e potenzialità ma anche per tracciare una strada comune che possa selezionare una nuova ed attendibile classe dirigente all’altezza degli obiettivi che il potenziale dell’elettorato di riferimento ci impone di porsi a breve scadenza”.
Claudio De Santi