"Occorre investire sulla cultura con l'obiettivo di stimolare ed aiutare anzitutto i cittadini a fruirne". La vice presidente della Toscana Monica Barni lo spiega sulla terrazza del Barcoiaio a Rio nell'Elba, dove da ieri è in corso la tre giorni dell'Elba Book Festival. "Certo – ammette – sono politiche i cui risultati non si vedono subito ed un politico, molti almeno dei politici di oggi, possono essere da questo spaventati. Ma occorre andare controcorrente. In Toscana lo facciamo".
Si parla di cultura oggi al festival letterario elbano, piccola rassegna dedicata all'editoria indipendente. Due ore stamani a tu per tu con rappresentanti del territorio, autorità locali, addetti ai lavori od anche semplicemente lettori. "Il compito della cultura non è solo quello di portare più turisti" spiega Barni, che ricorda la scelta coraggiosa del presidente Rossi che all'inizio di questa legislatura ha ripartito le deleghe in giunta separando cultura dal turismo e legandola invece all'alta formazione. "Il focus delle politiche culturali pubbliche dovrebbe invece essere – spiega – quello dell'accesso e della fruizione. Di musei, biblioteche e luoghi della cultura in Italia e in Toscana ne abbiamo già tantissimi. Abbiamo un ricchissimo patrimonio culturale, ma il problema è che in pochi ne fruiscono. Barni fa suo l'insegnamento di Tullio de Mauro: partire dai dati. "E i dati ci dicono purtroppo – racconta – che il 70 per cento delle persone non è mai entrato in una biblioteca. Cosa altrettanto più preoccupante se legata agli esiti di altre ricerche, che dimostrano la correlazione strettissima tra fruizione culturale, partecipazione alla vita pubblica e esercizio della cittadinanza".
Cultura e scarsa abitudine alla lettura, strumenti che ti consentono di guardare il mondo che ti ruota attorno, diventano così un problema anche di democrazia. E le istituzioni, rimarca Barni, devono investire su questo, facendo naturalmente i conti su "bilanci che non hanno più le risorse di un tempo: e dunque si impongono scelte".
La Toscana ha investito sulla costruzioni di reti. Ha puntato prima sui contenuti e poi sui nuovi contenitori. Ha dato vita, mettendo insieme tutti gli attori del sistema, anche ad un patto per la lettura, andando a cercare in luoghi pure insoliti, nei centri commerciali ad esempio, nuovi lettori, valorizzando la bibliodiversità, le librerie indipendenti e la piccola editoria, sostenendo i festival che ne sono espressione e palcoscenico, lavorando con gli archivi, con le sovrintendenze, con le residenze teatrali, valorizzando ancora scuole di danza, bande e cori.
"La cultura e la lettura sono strumenti di esercizio della democrazia – conclude Barni – E da questo punto di vista l'approvazione stamani alla Camera, appoggiata da un arco ampio di forze politiche, della legge sulla lettura costituisce un importante passo in avanti".