Il dibattito politico, istituzionale e culturale non brilla certo per i suoi connotati di competenza, diponibilità al confronto e ancor meno di proposte perché il confronto possa addivenire a decisioni concrete.
Questo oggi vale purtroppo per tutti gli ambiti e l’ambiente non fa eccezione.
Cosa colpisce di questa situazione? Senz’altro il fatto che in presenza di una crisi che non ha eguali e precedenti sul piano nazionale, europeo e planetario mentre anche in ambiti specifici e importanti come i parchi ossia e politiche di tutela in cui eravamo riusciti con fatica ricompensata a dotarci di leggi e norme efficaci, oggi siamo in grave crisi. Ma mentre nel passato alle difficoltà, agli inghippi reagivamo come istituzioni nazionali, regionali e locali ma anche sul piano culturale con le Università, con l’ambientalismo e i vari Centri studio di cui si erano dotati gli stessi parchi, e riviste e libri oggi è buio pesto. Mancano presidenti di parco, direttori e piani e strumenti con i quali avremmo dovuto dotarci di sedi e strumenti programmatici. Anche dove le cose avevano funzionato dignitosamente oggi lì non arriva niente o poco dal un ministero il cui ministro al governo non interessa né punto né poco.
Come risposta a tutto questo negli ultimi anni non si è riusciti che a scaricare le responsabilità sulla legge perché vecchia e non sulla politica che è sparita dall’orizzonte.
Ecco perché dalla crisi ambientale compresa quella dei parchi e delle aree protette si potrà uscire solo se sapremo operare una svolta di idee, progetti, e di gestione. Una svolta che richiede e impone un raccordo con le politiche nazionali e non solo ambientali ma anche territoriali. Noi come Gruppo di San Rossore che ai parchi e la loro politica dedichiamo da anni anche libri, stiamo preparando un nuovo libro proprio su questa crisi in cui cercheremo di fornire una riflessione critica ma manche idee e proposte per avviare questa svolta. A fine estate ne discuteremo in una iniziativa nazionale a Pisa.
Renzo Moschini