Salvini ha aperto la crisi per sbloccare –così dice lui- un paese paralizzato dai troppi no.
Tra la varie crisi che sta vivendo il paese quella ambientale è sicuramente –come sul piano europeo e mondiale- quella che ci espone maggiormente a eventi e disastri drammatici. Rischi e pericoli derivanti in molti casi da un mancato no. Abusivismi che da anni sono in attesa di demolizione e che sono ancora li perché le istituzioni non hanno messo mano alle ruspe che pure piacciono tanto a Salvini ed amici. Che siano causa di frane, allagamenti, danni al paesaggio; il brutto contro il bello. Lì si il no ha fatto danni, ma bastava applicare e rispettare la legge, cosa che la Lega e il governo non hanno fatto. Perché dell’ambiente la Lega e il governo e spesso anche il Parlamento se ne sono infischiati e continuano ad infischiarsene.
Dei parchi e delle aree protette preposte per legge alla tutela dell’ambiente con progetti e piani il governo se ne frega tanto è vero i più sono senza piani, presidenti, direttori. Insomma è roba da fighetti, non da fusti in slip spiaggiati tra ombrelloni. Ecco perché senza entrare qui nel merito della crisi politica che giocheranno altri nelle sedi giuste, c’è da chiedersi chi dovrà pensare a predisporre una nuova Agenda ambientale per chi sarà chiamato a governare il paese.
Chi ha scomiziato con appelli a nome della Madonna e santi vari si ricorderà che c’èad sempio, anche una bella enciclica papale sull’ambiente? Intendiamoci, non vale solo ovviamente per gli sfasciagoverni, vale anche per le varie opposizioni compreso il Pd che sull’ambiente a partire dalla Leopolda non ne ha imbroccate molte, e non deve certo ripartire da lì per fare altre cavolate e danni. Ci sono – e non solo in Toscana- altre sedi e soprattutto altre idee da dove ripartire.
Renzo Moschini