Mattarella chiede di rivedere il patto di stabilità europeo .
Il patto stabilisce che ogni paese membro dell’UE deve avere un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL (rapporto deficit /PIL minore del 3%) e un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL (rapporto debito /PIL minore del 60%).
Questo patto esiste per far sì che i bilanci degli stati membri non facciano andare in sofferenza l’eurozona per cui ogni stato ne verrebbe a sua volta a soffrire.
E’ un paletto posto all’autonomia ed indipendenza della politica economica di ogni paese membro.
La richiesta del nostro presidente ,tradotta in termini comprensibili significa poter far più debito liberando risorse economiche per investire.
Chissà come la pensano quegli stati europei che ,nel passato,quando noi coi governi di cui ha fatto parte anche lo stesso Mattarella creavamo debito e deficit loro invece riuscivano a contenerlo.
Noi siamo entrati in Europa con governo presieduto da Prodi e con Ciampi capo dello stato,accettando questo patto di stabilità che ora ci sta stretto.
Mi auguro che la richiesta del capo dello stato possa avere successo ma la vedo davvero dura .
Sarà sostenuto dai paesi che sono messi meglio di noi nel rispetto di questo patto che essi non vogliono pagare i debiti degli altri.
Un’altra via per liberare risorse economiche è l’efficienza e l’imparzialità della pubblica amministrazione disattesa da evasione fiscale, sprechi, corruzione.
Il contrasto a questa illegalità libererebbe notevoli risorse economiche ma per farlo condizione dirimente
è un apparato giudiziario che funziona bene.
Come si fa se l’organo di autogoverno ,il consiglio superiore della magistratura,si è mostrato inefficiente e non imparziale (vedi ultimo episodio della nomina pilotata dei giudici messo subito a tacere perché nessuno ne parla più) e se per arrivare a sentenza ci vogliono anni.
Ancora un’altra via è creare lavoro e con esso ricchezza.
Temo che si continui a liberare risorse economiche prendendole dalle tasche dei soliti(lavoratori dipendenti casa e risparmio) e facendo cassa con le pensioni.
Marcello Camici