“Non serve un ponte di un chilometro al Piano di Rio , per ripristinare la viabilità interrotta da anni ci sono altre soluzioni”. L’ex sindaco di Rio Elba, Claudio De Santi, già assessore esterno della giunta Ferrari a Portoferraio fino al maggio 2019 ed oggi uomo di riferimento del centrodestra toscano nelle file di Forza Italia, interviene sulla annosa questione del Piano di Rio, dove a causa di alcuni sprofondamenti (c.d. sinkhole) del territorio sottostante la strada provinciale di collegamento per il secondo porto dell’isola d’Elba (Rio Marina) e per l’intero versante orientale dell’isola, la viabilità principale è interrotta da anni, sostituita da una scomoda e limitante bretella alternativa.
“Mi è difficile ancora una volta – esordisce De Santi - rientrare nella vicenda del Piano di Rio, perché al tempo di questo fatto furono inondati i giornali e credo di aver spiegato nella maniera migliore - anche tecnica - quali fossero i problemi della zona. Tuttavia leggendo i messaggi e il pesante botta e risposta su Facebook e sui blog fra i sindaci Galli (primo cittadino di Rio Marina all’epoca dei fatti) e Corsini (attuale sindaco del comune di Rio dopo la fusione) non posso fare a meno di intervenire, cercando di rispiegare la vicenda. Già all’inizio della mia Amministrazione e nei tre anni precedenti - racconta l’ex sindaco - si sono verificate al Piano numerose sinkhole che hanno interessato la viabilita’, problema ovviamente subito e maggiormente percepito, ma anche tutto il territorio, in primis valutato in 14,5 ettari con pericolo anche per le vecchie abitazioni edificate su plinti e non a platea continua. Per far fronte ad un’emergenza di protezione civile fu attivato un sistema di geo-radar che avrebbe perlomeno consentito di percepire con qualche anticipo l'emergenza, e il posizionamento dello strumento all’avanguardia ( di proprietà dell’università di Firenze, sotto la guida del prof. Nicola Casagli) capace di leggere anche spostamenti millimetrici consentiva di vivere un po’ più tranquilli. Tale strumento si rapportava anche con il mio telefono ( oltre che ovviamente con quelli del servizio tecnico del comune) in immediata diretta e non so più ricordare quanti giorni o notti interveniva diventando quasi un incubo. Ciò valeva anche per il Comune di Rio Marina. Tale strumento era di solo avviso di pericolo e per spiegare meglio ad un profano non era risolutivo di niente, aveva solo la capacità di allertare. Dopo tale azione, ripeto non certamente risolutiva del problema, si richiedevano ulteriori passaggi perche’ non si conosceva il sottosuolo ed anzi tutti gli interventi fatti dalle amministrazioni precedenti per tamponare le sinkhole con massi ciclopici, si rivelarono non definitivamente risolutivi, con dispendio di denaro, uomini e mezzi. Fu allora che sempre sotto l’egida del competentissimo e bravissimo prof. Casagli fu deciso di intervenire con strumenti all’avanguardia, di ottima previsione, e fu ancora una volta interpellata l’università di Firenze ( prof. Fanti) e l’università La Sapienza di Roma. Quella capacità strumentale e tecnica sia io che il Sindaco Galli ritenemmo essere l’unica e più valida soluzione possibile. Intanto il collega Galli dovette affrontare la chiusura e poi la deviazione della strada con gli espropri e quanto altro. Materia da Lui affrontata con grande impegno, tanto che allora e ancora oggi gli sono nel cuore e ancora lo ringrazio. Sì, perché se era vero che le sinkhole avvenivano maggiormente nel territorio di Rio nell’ Elba e nella strada classificata provinciale, le deviazioni della stessa sarebbero dovute avvenire per forza nel comune di Rio Marina. Ma per questi studi necessitavano energie preventivate in circa 180.000 euro. Non si poteva più indugiare mentre la Regione traccheggiava. Io scelsi la strada della linea dura, Galli quella del dialogo. Io occupai fisicamente il Piano dicendo che non mi sarei mosso di lì fino all’ottenimento del contributo e infatti ci soggiornai giorno e notte per una settimana con solidarietà di tutti i sindaci elbani, grande eclatanza sulla stampa anche nazionale e solidarietà della popolazione e addirittura di tutti i ristoratori che ci rifocillavano al freddo della stagione e sotto la pioggia, mentre l’azione del collega Galli era di giornaliera spola con la Regione. Due distinte ma utili vicende che se fatte di comune accordo non potevano non essere la migliore soluzione. Per farla breve il Presidente della Regione Toscana mise a disposizione la somma nel giro di pochi giorni soprattutto anche - ne devo dare atto di memoria - a seguito della dichiarazione della conferenza dei sindaci ed in particolare del primo cittadino di Capoliveri Ruggero Barbetti di destinare dalla gestione associata del turismo o meglio dai proventi del contributo di sbarco la somma come fondo di rotazione, fatto che toccò sul vivo la matrigna Regione Toscana inducendola ad intervenire subito.
Gli studi iniziarono poco dopo e furono propedeutici a limitare la zona interessata dal fenomeno sinkhole da 14 ettari a 4,2 ettari. Anche solo questo poteva essere un risultato meritorio degli studi. L’altro grande risultato fu che durante gli studi furono contingentati , limitati e controllati gli emungimenti di acqua delle falde sotterranee da parte di Asa, il gestore del servizio idrico per l’isola d’Elba, e ciò portò al fatto che più nessuna sinkhole è avvenuta durante tutti gli anni a venire e fino alla data odierna. Magari con qualche buona dose di fortuna, tanto che non condivisi con intervento pubblico la sospensione del monitoraggio con il geo- radar e non lo condivido attualmente, ma tant’e! Il ripetersi di piogge abbondanti e il variare della falda ( anche quindi al netto degli emungimenti) potrebbe portare ulteriori problemi non solo alle strade ma anche alle abitazioni e alle persone, cosa di cui oggi nessuno parla, come se l’unico problema rimanga la strada. Lo dico con sicurezza tecnica denunciando che attualmente nessuno ne parla più ed il servizio è stato sospeso. Nessuno progetto di fattibilità e analisi tecnico economica ( non mi appassionano i nomi ma la sostanza, e credo ci siamo capiti con i lettori) potrebbe prescindere dall’analisi del sottosuolo condotta magistralmente dalle università di Firenze e Roma perché sarebbe privo di ogni fondamento. A seguito di questo aggiungo anche che poco prima della fine del mio mandato l’assessore regionale Dott.ssa Fratoni mi assicuro’, in un tavolo ufficiale di incontro, che avrebbe finanziato, come difesa del suolo,il progetto preliminare. Poi si è transitati attraverso la Provincia: niente di male, sempre soldi pubblici sono. Ma sentir dire a distanza di anni che uno è bravo e l’altro non lo è stato mi ha costretto a questo intervento. Devo quindi ringraziare il Sindaco Galli per tutte le battaglie che abbiamo portato avanti , non ultima quella dell’unificazione (con la fusione dei comuni di Rio Elba e Rio Marina) che ha scongiurato inequivocabilmente il dissesto del mio comune, salvando la popolazione da lacrime e sangue per innumerevoli anni. Adesso avanti fino al progetto strutturale esecutivo e al finanziamento. Ma ripeto e lo dico per farmi capire intuitivamente da chi non è tecnico - visto che di acque me ne intendo, anche a diverse temperature - al Piano un ponte sospeso di un chilometro non è da fare, non serve . E questo - conclude Claudio De Santi - perché, grazie soprattutto alle nostre indagini tecniche, si sa con certezza dove appoggiare i pilastri che fortunatamente non hanno ‘luci’ molto grandi, cioè non sono molto distanti fra di loro. E non mi sembra poco. Il tutto per ragionevole chiarezza”.
Rio, 10 settembre 2019
Arch. Claudio De Santi