Dopo la sentenza del Tribunale di Milano del 2019 la crisi del Gruppo Onorato non è più una ipotesi giornalistica ma un dato certo e molto preoccupante. La vicenda non ci interessa certo per i risvolti finanziari ma per le conseguenze dirette sul futuro dei lavoratori Moby e Toremar (tra i quali molti elbani) e sulla certezza del diritto alla mobilità degli abitanti dell’Arcipelago Toscano. Sarà bene ricordare infatti che la Regione Toscana ha prima venduto a Moby la ex compagnia pubblica e poi ha affidato a questa l’intero sistema del trasporto pubblico marittimo toscano fino al 2023. In barba ad ogni logica di efficienza ed economicità si è così creata una situazione di monopolio di fatto che mal si coniuga con l’interesse pubblico e che perdura ormai da quasi nove anni. Con la conclamata crisi dell’imprenditore monopolista (qualunque ne siano le cause) ci chiediamo quali iniziative la Regione Toscana intenda intraprendere per evitare che un eventuale collasso del Gruppo Onorato travolga la nostra isola, i suoi abitanti e l’economia turistica, per la quale è superfluo sottolineare i rischi connessi ad una prospettica interruzione dei collegamenti.
Una situazione delicatissima la cui responsabilità ricade interamente sulla Regione Toscana a guida PD.
Davanti a tutto questo i nostri amministratori locali brillano come al solito per incapacità assoluta: qualcuno li ha sentiti esprimersi? Qualcuno ha chiaro quale sia la loro strategia sul trasporto marittimo? I nostri sindaci hanno chiaro quali sia la reale situazione della Moby-Toremar ? Hanno chiesto rassicurazioni alla Regione? Domande retoriche: silenzio assoluto.
A pensar male si fa peccato, ma vediamo qual è il rapporto tra Onorato e la politica. Come riportato da Il Tirreno del 1 febbraio 2020 in tempi recenti Moby ha dato alla Fondazione Open di Matteo Renzi 300mila euro, 100mila euro alla Fondazione Change del berlusconiano dissidente Giovanni Toti (presidente della Regione Liguria), “solo” 20.000 euro ai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, contratti per 600mila euro in tre anni con la pentastellata Casaleggio Associati e 120mila euro all’anno per due anni al sito Beppegrillo.it.
Ogni commento sarebbe superfluo.
Rifondazione Comunista chiede che la Regione Toscana verifichi (come previsto dal contratto di servizio) la reale possibilità della Moby-Toremar di continuare a esercitare con solidità e certezza il servizio di continuità territoriale per l’Elba e le altre Isole ponendo le basi fin da ora per un diverso modello di gestione alla scadenza dell’attuale convenzione, perché siano garantiti standard di servizio adeguati (chi ha visto i traghetti nuovi?) e prezzi dei biglietti meno onerosi per gli abitanti e per i turisti. Siamo stati l’unica forza politica contraria alla privatizzazione del 2012, oggi ribadiamo la necessità di ripubblicizzare il servizio a garanzia del nostro diritto alla mobilità e della certezza del futuro lavorativo dei marittimi.
Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “U. Lupi” Isola d’Elba