E’ nel dna politico del Movimento5Stelle auspicare la collaborazione e conseguente accorpamento tra piccoli comuni previa progettazione di fattibilità orientata e governata da politiche efficaci e di ampio respiro che accompagnino le popolazioni delle aree interessate alla importante trasformazione; ciò esalta quella partecipazione oggi così richiesta e che il Movimento promuove tra i suoi cavalli di battaglia.
Per comprendere l’opportunità di un percorso unitario su questioni vitali che riguardano una realtà sociale, economica e geografica ben definita, in un posto particolare come è l’Isola d’Elba che ben si presterebbe per sua precisa conformazione ed identità ad una migliore efficienza amministrativa, nella gestione dei servizi e che ben meriterebbe un maggiore peso politico in Regione e in Parlamento, non occorreva certo aspettare una crisi della portata che stiamo subendo.
Sono anni che il naturale processo di fondere “comuni a perdere” è promosso e dibattuto, sono anni che il Movimento ha dichiarato la sua posizione, ma solo ora tutto ciò diviene necessario e improvvisamente imperativo; i protagonisti di tutta la vicenda, quei Comuni, quei Cittadini, devono essere prima di tutto protagonisti consapevoli, “d’intesa tra loro” come riporta l’art. 62 della legge regionale 68/2011.
Devono ben capire i cittadini elettori cosa e come andranno a gestire un così profondo cambiamento politico amministrativo, e il tempo per fare le cose corrette e nei pieni adempimenti di legge ancora c’è dato che la Regione dichiara di poter procedere alle fusioni dei comuni anche senza consultazioni ulteriori a partire dal 2016.
Se quindi da un parte siamo favorevolmente colpiti dall’ampio dibattito e dalle grande quantità di informazioni prodotte attorno al tema per circa un anno e che sicuramente hanno dato ad oggi una possibilità più chiara nel decifrare possibili scenari futuri derivanti dall’iter, dall’altra siamo allarmati e preoccupati che questa proposta di legge passi nella sua forma attuale.
Ci piacerebbe rispondere un semplice SI o NO ad una domanda fatta, se la domanda fosse posta chiaramente e senza dare adito a dubbi ed ombre ma purtroppo la semplicità a volte nasconde l’insidia.
Accettare la proposta di “iniziativa popolare” così come presentata sarebbe come rinnegare i motivi per cui aderiamo alle politiche del Movimento5Stelle e per i quali abbiamo deciso di diventarne attivisti.
A giorni saremo chiamati ad esprimerci con un SI o un NO alla fusione degli otto comuni elbani in uno unico; questo attraverso un referendum che assolva e liquidi l’art. Costituzionale 133, secondo comma, “sentite le popolazioni locali la Regione può istituire nei propri territori nuovi comuni.”
Ma i cittadini elbani oggi vogliono anche sapere quali sono i progetti o le direzioni più opportune contenute nella proposta di quella legge e come potranno partecipare costantemente e attivamente ai meccanismi decisionali, chi si prenderà la responsabilità di mettere in moto questa nuova e sconosciuta macchina istituzionale.
E’ questo un primo elemento che ci fa dubitare sull’opportunità di presentare una legge con queste modalità visto che darà una grande potere politico, legislativo, amministrativo ad una ristretta cerchia di persone che dovranno gestire risorse limitate nell’iter di accompagnamento alle elezioni per l’insediamento dell’eventuale Nuovo Consiglio Comunale Elbano, in un momento di grande crisi e per un periodo ancora incerto; ciò è in controtendenza con la grande e diffusa volontà di partecipazione da parte dei cittadini espressa nemmeno due mesi fa alle elezioni politiche, cittadini che sono tornati ad interessarsi alla politica vedendo le risorse pubbliche gestite con insufficiente efficacia e perché stanchi di essere usati da molti che hanno “fatto politica”e male, sperperando o mal gestendo le risorse che sempre c’erano state e che meglio potevano essere impiegate per un più dignitoso presente.
Se poi andiamo a verificare chi insiste molto perché passi proprio questa proposta di legge e nella sua forma depositata in Regione, nella camaleontica trasversalità ideologica dei proponenti e sostenitori più in vista notiamo che vi sono espressi quella stessa classe politica e di rappresentanza, chiamata enfaticamente la classe dirigente, che ci accompagna da 40 anni con logiche più o meno contorte o presunte elitarie, ancora legata a modelli di sviluppo o gestione delle politiche sociali ed economiche inadatte alle reali esigenze del presente e del prossimo futuro.
Sono gli atteggiamenti e i meccanismi di “fare politica e rete” che devono cambiare e devono cambiare anche le persone evidentemente, o per lo meno che le persone perennemente “in scena” si mettano al vero servizio e in maniera disinteressata per un bene comune e solidale, che smettano di governare, visti i risultati deprimenti, che mettano le loro conoscenze e competenze al servizio delle necessità attuali e si facciano guidare da una visione progettuale sensata e condivisa attraverso i meccanismi di partecipazione e democrazia diretta.
Vediamo un quadro politico più complesso che meglio ci fa capire le cose nostrane, il tentativo disperato da parte di alcune correnti all’interno dei partiti, gruppi finanziari e affaristici nel mantenere in vita un modo di fare sistema decennale usuale a tutti i livelli della società, che ci ha portato in estrema sintesi sull’orlo continuo della bancarotta negli ultimi tre anni, con il preoccupante effetto di tagli iniqui in settori vitali come la sanità o l’istruzione, l’ulteriore aggravarsi della situazione per le fasce deboli, l’impoverimento crescente della classe media; una classe dirigente miope nel prevedere realisticamente scenari futuri, che spiazzata dalla velocità del cambiamento e passiva di fronte agli eventi disastrosi da lei stessa creati, tenta con ogni mezzo di far rimanere “sospesa” la democrazia, prendendo tempo per non implodere grazie al potere stesso che la Costituzione da al cittadino nel diritto di esercitarla e farla correttamente esercitare.
Quello che succede in Parlamento, con lo stallo per la nomina delle Commissioni Parlamentari e l’impossibilità di svolgere attività legislativa, propone al Presidente Napolitano di commissariare con dieci saggi fino a nuove elezioni un governo che già di per se è commissariato dal tecnico Mario Monti.
Pare questa la direzione, congelamento politico, sospensione della democrazia, commissariamenti straordinari.
In questa proposta di legge regionale per l’Elba, che di popolare ha solo l’intestazione nella sua forma richiesta, la nomina del Commissario è a discrezione del Presidente della Regione Enrico Rossi e tale figura può svolgere attività sia sulla ordinaria che straordinaria amministrazione degli ipotetici otto comuni appena decaduti, rispondendo alle direttive dello stesso Presidente.
A nostro parere, così come rilevato da altri, appaiono degli elementi incostituzionali nella procedura.
Da un punto di vista politico può sfuggire invece la battuta del come possiamo ancora dare credibilità noi elbani e toscani ad un amministratore come il Presidente Enrico Rossi e ai suoi “fedeli”alleati e oppositori in Consiglio Regionale dopo la vicenda del buco di 400ml di euro della asl di Massa e il coinvolgimento del suo partito nello scandalo MPS di Siena.
I dubbi sono più che leciti, abbiamo studiato e discusso molto tra noi attivisti, scambiato opinioni e dubbi tra la gente o in dibattiti pubblici, ci siamo posti con un atteggiamento aperto rispetto l’iter che il Comitato per il Si ha proposto e condividiamo diversi punti di buon senso dell’idea ispiratrice.
Ma se il referendum avvallasse gli scarni e opinabili articoli della proposta così presentata, avremmo dato la gestione del nostro futuro a figure non elette e senza data di scadenza certa e con ampi poteri e a carico economico dell’organo per cui prestano i loro servizi.
Anche la scarsa disponibilità al confronto con le parti attive del territorio da parte di Rossi e del suo apparato non garantiscono tutta questa possibilità futura di reale confronto su possibili decisioni importanti; lo abbiamo visto in questi anni nel rapporto con i Comitati Cittadini pro Sanità o su altri fronti, distaccato e infastidito quando le argomentazioni si fanno puntuali e precise.
Attivare “quella” proposta di legge vorrebbe dire essere complici di una sospensione della democrazia per i cittadini e per le stesse comunità ben identificate come può essere la nostra realtà di isola.
Questo varrebbe ugualmente se il Commissario fosse nominato dal Ministero governativo competente.
Anche nel futuro Comune di Valsamoggia il Movimento5Stelle ha rilevato anomalie sia nella procedura che nell’intento politico della proposta di legge, palesemente sbilanciata per una rappresentanza e un governo partitico più che per una condivisione con i Cittadini.
Non è giustificata la fretta di arrivare al risultato di un referendum che non ha valore non essendo stato stabilito alcun metodo di valutazione, se non perché c’è un preciso disegno politico a monte…..o sarebbe meglio dire a Monti?
Il valore fondante e portante nel Movimento è il rapporto orizzontale tra individuo e comunità e la capacità di tradurre e sintetizzare, con meccanismi di partecipazione, informazioni ed opinioni in proposte e soluzioni adatte alla Comunità in relazione al luogo e al contesto di riferimento.
Consiglieremmo al Comitato del Si (a qualsiasi costo) per un Comune Unico dell’Isola d’Elba di sospendere il referendum e riformulare la proposta condividendola con le nuove energie emerse dalle elezioni di febbraio, oltre che con più Cittadini possibili……..ma sappiamo che non lo faranno.
Come Cittadini andremo a votare e invitiamo gli elettori a farlo esprimendo chiaramente SI o NO a questa proposta di legge. Il risultato non ha metodi di valutazione essendo un referendum consultivo; anche questa procedura non ci fa particolarmente gioire visto che il parere degli elettori avrà peso relativo e soggetto a interpretazione di parte su una questione di tale importanza.
L’ultima indicazione che vogliamo esprimere è che se l’esito referendario desse parere negativo a questa proposta di legge, la parti veramente interessate ad un corretto e democratico percorso unitario per l’Isola d’Elba dovrebbero appunto “unirsi” per elaborare una vera proposta di legge di iniziativa popolare, dal basso, condivisa e garante di tutti diritti democratici.
Nel frattempo il Movimento5Stelle Isola d’Elba continua nelle sue attività e a breve proporrà una assemblea per fare un punto della situazione.
Staff Comunicazione MoVimento5Stelle Elba-Portoferraio
http://www.elba5stelle.it/
La presente legge può essere visionata al link:
http://www.comuneunicoelba.com/index.php/component/phocadownload/category/4-altri-documenti?download=3:proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare
Art. 1
Istituzione del Comune dell’Isola d’Elba
1. E’ istituito il Comune dell’Isola d’Elba mediante fusione dei comuni di Campo nell’Elba,
Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina e Rio nell’Elba .
2. L’istituzione del Comune dell’Isola d’Elba decorre dal quarantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della presente legge. A decorrere dal medesimo termine i comuni oggetto della fusione sono estinti, i sindaci, le giunte ed i consigli comunali decadono dalle loro funzioni ed i loro componenti cessano dalle rispettive cariche.
Art.2
Successione nei rapporti giuridici
1 Il Comune dell’Isola d’Elba subentra nella titolarità di tutti i rapporti attivi e passivi e nel patrimonio dei comuni oggetto della fusione.
Art.3
Personale
1.Il personale dei comuni oggetto della fusione è trasferito al Comune dell’Isola d’Elba, fermo restando l’inquadramento ed il livello retributivo dello stesso. 4/8
2.La dotazione organica del Comune dell’Isola d’Elba è stabilita dal competente organo del Comune insediato a seguito delle elezioni amministrative.
Art.4
Commissario straordinario
1. Fino all’insediamento degli organi del Comune dell’Isola d’Elba a seguito delle elezioni
amministrative, le funzioni degli organi di governo del comune sono esercitate da un commissario
straordinario nominato con decreto del Presidente della Regione entro trenta giorni dall’entrata in vigore
della presente legge.
2. Il commissario straordinario non può procedere a nuove assunzioni.
3. Nell’atto di nomina e con successivi provvedimenti, il Presidente della Regione può impartire
direttive a cui il commissario straordinario si attiene nello svolgimento dell’incarico.
4. L’indennità ed i rimborsi delle spese sostenute dal commissario straordinario sono ad esclusivo
carico del Comune dell’Isola d’Elba.
5. All’incarico del commissario straordinario, per tutto quanto non diversamente disposto, si applicano
le disposizioni di cui alla legge regionale 31 ottobre 2001, n.53 (Disciplina dei commissari nominati
dalla Regione).
Art.5
Vigenza degli atti
1. Tutti gli atti normativi, i piani, gli strumenti urbanistici ed i bilanci dei comuni oggetto della
fusione vigenti alla data di cui all’articolo 1 comma 1, restano in vigore, con riferimento agli ambiti
territoriali ed alla popolazione dei comuni che li hanno approvati, fino all’entrata in vigore dei
corrispondenti atti del commissario straordinario o degli organi del Comune dell’Isola d’Elba.
Art.6
Stemma e sede
1.Lo Statuto del Comune dell’Isola dell’Elba prevede lo stemma e la sede del comune.
2.Sino all’entrata in vigore dello statuto del Comune dell’Isola d’Elba la sede provvisoria del comune è situata nel palazzo della Provincia a Portoferraio.
Art.7
Municipi
1. Lo statuto del Comune dell’Isola d’Elba può, per conservare e valorizzare l’identità storica delle
comunità locali, prevedere l’istituzione di municipi negli ambiti territoriali corrispondenti ai comuni
oggetto della fusione, stabilendo le competenze di detti municipi, le modalità di elezione dei relativiorgani e le loro attribuzioni.
Art.8
Contributi statali e regionali
1. Il Comune dell’Isola dell’Elba è titolare dei contributi previsti per i comuni istituiti per fusione di
comuni preesistenti dalla normativa statale, dei contributi previsti dalla legge regionale 16 agosto 2001,n. 40 (Disposizioni in materia di riordino territoriale e di incentivazione delle forme associative di Comuni), nonché di ogni altro contributo previsto, dalla normativa vigente, a favore dei singoli comuni oggetto della fusione.