Caro Direttore
tra le mille preoccupazioni quotidiane di questo imprevisto ed imprevedibile periodo di vita “sospesa”, a volte resta il tempo di riflettere sui numeri che quotidianamente ci vengono comunicati. Chiedo aiuto, perché da molti giorni non riesco a chiarirmi un dubbio forse banalissimo, ma che riguarda un argomento molto serio.
Vengo al punto, riprendendo un titolo del 31 Marzo di una nota testata nazionale:
“I morti sono 837 (12.428 in totale). Sono 15.729 i guariti complessivi, di cui 1.109 da ieri. Superati i 105 mila contagiati da inizio emergenza.”
Va rilevato che molte fonti ritengono assai incerto il numero dei contagiati, sicuramente superiore a quello delle cifre ufficiali, ma quanto superiore? Il 50% in più, il doppio, dieci volte tanto, cento volte tanto? Oggi un gruppo di studiosi inglesi ha ipotizzato che quasi 6 milioni di Italiani siano finora stati contagiati, l'Istituto Superiore di Sanità ha subito precisato che non è d'accordo. Come si dice, stanno tutti “dando i numeri”.
Spero anch'io, davvero, che vi siano tante persone, contagiate senza sintomi e guarite, non conteggiate nelle statistiche, perché sono spaventato dalla letalità apparente della malattia.
Questa viene indicata, anche da autorevoli scienziati, come attorno al 10%, rapportando i decessi al totale dei contagiati, la cui grande maggioranza, però, ha la malattia in corso e l’esito di questa è ancora incerto; il conto andrebbe invece fatto, a mio parere, sui casi “conclusi”, ossia che hanno avuto l'esito finale.
Se si trattasse, ad esempio, di una gara ciclistica o podistica, non potremmo stabilire il numero di concorrenti giunti al traguardo e quello dei ritirati, né le relative percentuali, fino al termine della gara, ovvero fino all'arrivo dell'ultimo concorrente.
Ora, se rapportiamo il numero di decessi per Covid al numero di casi di Covid conclusi, ovvero in cui la malattia ha terminato il suo corso, ci accorgiamo che si riscontrano, come da titolo sopra riportato, 12.428 decessi contro 15.729 guarigioni.
Sui casi totali (28.157), abbiamo una percentuale di decessi, piuttosto stabile da molti giorni, attorno al 44% ed il 56% di guarigioni. Va aggiunto che la stragrande maggioranza dei decessi avviene oltre i 65 anni, e le guarigioni riguardano principalmente i soggetti giovani.
Conclusione: spero di aver sbagliato nei conteggi, o nel ragionamento, o di aver usato dati errati; se così non fosse, dovrei constatare che ammalarsi ad età avanzata è veramente molto rischioso, e dovrebbe indurre tutti gli anziani, e tutti quelli che con essi convivono, ad adottare comportamenti di estrema prudenza.
Cordiali saluti ed incrociamo le dita
Ugo Lucchini