Premessa: Chi scrive è stato per 40 anni al servizio dello Stato come insegnante di Lettere della Scuola Media G.Pascoli di Portoferraio.
L'intervento dei due colleghi del nostro Istituto vuole mostrare come la nostra scuola sia attiva e conscia delle attuali problematiche e di quelle future.
Il 23 aprile ho avuto una giornata movimentata, direi social, nel senso di incontri stimolanti. Lo so che social ed incontri sono ora termini tabù, ma tutto è avvenuto mantenendo uno spazio di almeno due metri fra me e l'interlocutore.
Sono tre anni che non insegno più, ma la curiosità di confrontarmi con le esperienze scolastiche di altri colleghi è sempre grande, soprattutto in questo momento in cui è necessario inventarsi un nuovo modo di fare didattica.
Uscito di casa per "giuste esigenze" mentre mi mettevo la mascherina e i guanti, mi sono sentito chiamare per nome: era una collega delle Elementari con cui avevo discusso tante volte in occasione della presentazione dei bimbi della V Elementari, durante il Collegio dei Docenti o per dei gemellaggi.
"Sarà una mia impressione - mi ha detto - ma è la prima volta che ho sentito la Scuola finalmente coesa, forse perchè si mettono un po' da parte i criteri di valutazione soppiantati da una maggiore attenzione nel sostenere chi resta indietro. Di materiale a disposizione sul web ce n'è a iosa ed adesso la RAI ci dà pure una mano, ma preferiamo, come ho detto, privilegiare gli aspetti emotivi e che la comunicazione avvenga nel modo più lineare possibile evitando che l'alunno "subisca" ciò che gli proponiamo come succede quando guardano la TV. Per noi l'apporto dei genitori è fondamentale, ma siamo coscienti che non potrà reggere a lungo con questa intensità. E' comunque bello che i genitori possano constatare quanto il nostro lavoro sia difficile e, a volte, logorante e come l'affetto dei nostri alunni ci carichi. E' bene che i genitori sappiano che noi non abbandoniamo nessuno. Tutto ciò va bene per l'emergenza, ma presto non sarà più sufficiente la nostra buona volontà. Lo Stato deve concentrare il suo sforzo anche finanziario su Sanità e Scuola. Certi settori come il nostro non possono essere in mano al privato che non ha politiche a lungo respiro, ma guarda i suoi interessi immediati e crolla davanti all'emergenza (vedi Lombardia). Ho saputo da un'amica qual è lo stipendio di una collega nell'ambito privato: sono da fame! Peggio dei nostri ed è tutto dire. Quando dovremo convivere col virus, il clima mite dell'Elba potrà aiutarci nei primi mesi scolastici per sfruttare, con l'appoggio del Comune, gli spazi all'aperto per fare scuola con distanze di sicurezza, ma poi? Non ci voglio pensare anche perchè il problema è più grande di me e per finire con un po' di leggerezza ti confido un mio desiderio segreto: insegnare ai miei bimbi avendo alle mie spalle la facciata della De Laugier e loro davanti a me sparsi nel bellissimo piazzale cinquecentesco. Comunque ti terrò informato se ti fa piacere".
All'uscita dalla Coop col carrello strapieno, al posteggio della macchina ho trovato la mia più cara collega di Matematica che per parecchi anni ha lavorato nelle mie stesse classi trovando strategie comuni soprattutto nel creare un ambiente sereno per i nostri alunni. Poichè non c'è due senza tre subissai anche lei di domande.
"Per me è stato come se entrassi all'interno di un film di fantascienza. Sin dal giorno successivo alla chiusura della scuola, dal niente, abbiamo dovuto imparare come attuare questa nuova forma di insegnamento a distanza, senza aver potuto leggere "il copione". Il desiderio, comunque, di continuare a rappresentare una guida per i nostri alunni ha avuto la meglio sulle difficoltà, anche tecniche, da superare. La prima volta che sono riuscita a collegarmi con le mie tre classi per una LIVE, mi sono trovata di fronte a visi spauriti, ma anche curiosi e, in alcuni casi, sorridenti e, perchè no, strafottenti. A mano a mano che comparivano questi visi sulla schermatura del mio pc, mi sono sentita ripagata per tutto il tempo che avevo speso per arrivare a questo punto. Certo la DaD ti offre la possibilità di allegare una miriade di materiale, ma il feedback immediato, quel sopracciglio inarcato di un tuo studente che solo tu puoi interpretare quando per lui un concetto da me spiegato gli risulta ostico, come può essere sostituito da un cervello elettronico? Durante le vacanze di Pasqua già mi mancavano, ma arrivavano, a sollevarmi, i loro messaggi su whatsApp "A che ora si va in live mercoledi?" "Allora forse le manco pure io! Non è possibile!" "Posso tenere acceso lo smarphone durante il live?" "Dica a mia madre che non la voglio fra i piedi quando si fa lezione". Magari, chissà, quando si tornerà nelle classi, impareranno, compresi i loro genitori, a capire ed apprezzare il valore dello scambio umano ed il lavoro di noi insegnanti.
A proposito di genitori, a milioni si troveranno a settembre in una situazione drammatica: disoccupazione, bollette da pagare e lo stesso per l'affitto di casa. Ci saranno famiglie con un computer che deve servire per quattro o cinque persone. Si rischia fortemente di creare una Scuola di serie A e una di serie B. E' necessario dare agli Istituti Comprensivi una forte autonomia didattica, ma anche economica e il Comune dovrà dare una mano con un gruppo consistente di Educatrici e nel trasformare la nostra Portoferraio in un laboratorio storico, geografico, ambientale, artistico, scientifico e letterario senza dimenticare le nostre tradizioni musicali. Avremo bisogno di ampi spazi. Le classi andranno spezzettate in tre o quattro nuclei facilmente controllabili che opereranno in equipe e noi docenti che ci "infiltreremo" fra loro per tastare la situazione, dare input o chiarire un concetto. Servono soldi da gestire in autonomia e calcolare quanto potrà costare, per ogni alunno, questa nuova scuola tutta da sperimentare. La vita di noi tutti cambierà, figuriamoci la Scuola".
Riccardo Osano